Lucca, protesta degli anziani alle case popolari: "Ci fanno morire in stanze marce"

Dopo il decesso di un vicino di casa, che aveva problemi respiratori e che viveva in un appartamento con gravi problemi di muffa, parlano alcune donne

Il logo del cittadino cronista

Il logo del cittadino cronista

Lucca, 15 marzo 2018 - «Ci fanno morire nelle case marce come topi nelle fogne». Metafora forte. Ma la realtà lo è di più per gli abitanti delle case popolari di via delle Gardenie, quartiere «Giardino» a Pontetetto. «Alvaro, il nostro vicino, è morto domenica scorsa. Era malato, anziano, operato alla gola, con gravi problemi di respirazione. Eppure lo hanno lasciato vent’anni nella muffa, tra mille promesse evaporate nel nulla».

Mila e Liliana Bortoli, Alfreda Della Mea, Claudia Santorelli sono arrabbiate. «Alvaro diceva sempre che avrebbe voluto fare un esposto, mostrare a tutti la sua situazione – dicono – . Muri neri, sbollati, perfino dietro il letto dove dormiva. Le prese inumidite spesso non funzionavano nemmeno più. Era disperato quando la televisione, per questo motivo, non si accendeva e ci veniva a chiamare. Noi facevamo tutto il possibile. Cercavamo di far presente a tutti quelli dell’Erp e del Comune, che avrebbe avuto bisogno di una casa magari più piccola ma più sana. Gli dicevano che presto l’avrebbe avuta. Per un po di tempo ci ha creduto, poi si è rassegnato».

«Ora tanno facendo la nuova ’stecca’ di case, belle fuori, ma dentro? Vogliono mostrare che Lucca è accogliente, una questione tutta politica. L’accoglienza non può definirsi così, se le condizioni sono queste, oltretutto sulle spalle di persone anziane e malate». C’È una doppia realtà al quartiere Giardino, già ribattezzata non senza ironia dagli abitanti.

Da un lato il «Piazzale Bellavista», quello tutto nuovo con i giochi, gli alberelli appena piantati, lampioni ogni due metri. Accanto ci sono le case, al buio, assalite da muffa, con i tegoli che si staccano dal tetto, i terrazzi che perdono pezzi e umidità a secchi, soprattutto nella zona più storica di via delle Gardenie, dove si trova il nucleo più storico di case.

«Sono situazioni da gestire – sottolineano gli abitanti –. E’ giusto che l’Erp faccia tutte le verifiche che deve fare: controlli che gli inquilini paghino regolarmente, che tengano le case come vanno tenute. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Però poi non si può vedere che a un povero signore come Alvaro tocchi quella fine, con problemi respiratori e imprigionato tra muri di muffa. Una situazione che ci ha colpito profondamente. Tutto il quartiere si è dato da fare per levarlo da lì, da quel ristagno di umidità. Oggi ci troviamo di fronte alla nostra impotenza. E al ricordo straziante di un nostro vicino che non doveva esssere abbandonato».