Carnevale, fuori due contrade

Pochi iscritti, si sciolgono La Corte e Valdicastello. Il rammarico dei presidenti: "Dopo il Covid, il vuoto"

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di Daniele Masseglia

Alla fine è andata come molti temevano: dopo 15 anni il Carnevale pietrasantino perde due pezzi di storia e il numero delle contrade scende pertanto da dodici a dieci. Valdicastello e La Corte non ce l’hanno fatta a trovare persone in grado di prendere le redini. Il calo di interesse e la mazzata del Covid, che per due anni ha tenuto tutti più distanti, hanno creato il vuoto intorno a queste realtà. E così è avvenuto l’inevitabile: giovedì la presidente de La Corte Anna Balduini si è dimessa e a Valdicastello sono partite le procedure di scioglimento. Essendo una veterana del Carnevale, Balduini ha vissuto questo epilogo con la morte nel cuore. "La contrada finisce qui. Ho il magone e lo dico con dispiacere – si sfoga – ma non era possibile andare avanti in tre: nessuno si è preso la responsabilità di portarla avanti. Per me è un pezzo di vita che non c’è più: avevo iniziato negli anni ’70-’80 con Pontestrada, poi dopo 20 anni di stop ho ripreso rifondando Pontestrada, di cui sono presidente per sei anni e con cui ho vinto anche il titolo di ’Miss Carnevalona’. Con Pontestrada e La Corte ho vinto tutto, partecipando sempre con amore. Ma ora devo fermarmi, cosa che avrei comunque fatto anche per motivi personali".

Se La Corte era l’ultima arrivata tra le contrade (Balduini l’aveva formata nel 2017), Valdicastello invece era la penultima essendo nata nel 2007, per un totale di quattro presidenti (Matteo Bonuccelli Franca Rossi, Giorgio Manni e Nicola Gherardi). "Negli ultimi tempi – raccontano i biancorossi – abbiamo tirato avanti a pezzi e bocconi. Il Covid ci ha dato il colpo di grazia: due anni di distacco sono tanti anche perché si era attivi tutto l’anno, incluse le 4-5 sagre che organizzavamo per autofinanziarci". Per loro una beffa doppia vista la vittoria nelle scenette nelle ultime due edizioni. "Mi spiace – dice l’assessore alle tradizioni popolari Andrra Cosci – ma non entro nel merito. Le difficoltà sono comprensibili, era una delle mie preoccupazioni legate al Covid. C’era il sentore che l’impossibilità di riunirsi portasse a questo. Ecco perché sono stato felice quando le contrade, tutte insieme, hanno deciso di rifare lo ’Sprocco’ a giugno".