E’ povero anche chi ha un lavoro. Alla Caritas il 7% in più di richieste

Lucca, “Svegliare l’aurora“ è il titolo del report che si basa sui dati dei 30 centri di ascolto nell’anno scorso

Senzatetto

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Lucca, 19 giugno 2021 - Va male . Anzi andava male, ora va peggio. La povertà nella nostra provincia, secondo l’osservatorio Caritas, ha fatto un balzo in avanti del 7% nel 2020, anno dello scoppio della pandemia. Mai forse come quest’anno l’esito del Rapporto sulla povertà e le risorse nella Diocesi di Lucca 2021, intitolato “Svegliare l’aurora”, coincide drammaticamente con i dati Istat.

A presentarlo, ieri mattina nella sede della Diocesi, l’arcivescovo Paolo Giulietti e la direttrice della Caritas Diocesana, Donatella Turri. Si parte da un numero, quello delle persone che si sono rivolte ai Centri di Ascolto della Caritas nell’arco del 2020: 2.033 in crescita sensibile (+7%) rispetto al 2019.

“Sono stranieri o italiani, uomini o donne in pari misura – dettaglia Donatella Turri –, ma soprattutto molti, almeno il 30% sono volti nuovi, che mai prima si erano rivolti a uno sportello di ascolto. E del restante 70% diversi sono ritorni di persone che avevano ’risolto’ e che per questo da anni non vedevamo“.

Il particolare agghiacciante è l’età: non più anziani, la maggior parte sono giovani in età lavorativa e non necessariamente disoccupati. “Quasi nel 63% dei casi le persone ascoltate hanno meno di 54 anni. Nel 56% dei casi non hanno lavoro ma in un caso su quattro il lavoro c’è ma non basta ad assicurare un reddito sufficiente, perchè magari stagionale o comunque discontinuo – spiega Turri – . Il numero di ore lavorate soprattutto da partite Iva o comunque collaboratori non stabili, è crollato di oltre il 50%. E si tratta di persone che non possono contare neppure su ristori o cassa integrazione“.

Numeri, e non solo, che fotografano lo stato di salute della nostra società, non più solo dal punto di vista “sanitario“. “Sono dati che scaturiscono da incontri diretti nei centri di ascolto, non asettiche statistiche – ha sottolineato l’arcivescovo Giulietti –. Quindi hanno anche una forte valenza qualitativa oltre che quantitativa, e ci consentono una visione tridimensionale del fenomeno della povertà. Un’analisi che quest’anno più che mai diventa fondamentale perchè è proprio ora che la politica deve prendere decisioni e finalizzare investimenti, speriamo, a tutela delle fasce deboli“.

Un altro tema definito “esplosivo“ dalla referente Caritas, Donatella Turri, è quello dell’abitazione. “La combo micidiale, che ci preoccupa anche in vistanel 2021 è la situazione e abitativa ’precarie’, con quest’ultima legata agli affitti. Con un dato significativo: circa il 50% delle persone che hanno effettuato gli accessi ai nostri 30 centri di ascolto, non ha avuto contatti con i servizi sociali, quindi non ha mai chiesto aiuti alle istituzioni“. Tra i “nuovi poveri“ ci sono anche gli “appena poveri“, quelli che prima erano appena sulla linea di galleggiamento e oggi, nel post pandemia, rischiano di affogare.

L.S.