Dieci ore di lavoro al giorno per un euro l'ora: denunciata imprenditrice col marito

La donna, albanese, sfruttava immigrati dall'Africa, uno dei quali senza permesso. Le indagini scaturite da una lite al bar

L'operazione è stata effettuata dai carabinieri

L'operazione è stata effettuata dai carabinieri

Lucca, 10 aprile 2021 - I carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro e i militari della stazione di Altopascio hanno denunciato marito e moglie, entrambi  quarantacinquenni, residenti nella stessa Altopascio, ritenuti responsabili in concorso di intermediazione illecita e sfruttamento dei lavoratori e di impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno.  Inoltre, alla coppia sono attribuiti illeciti amministrativi legati alla violazione delle basilari norme sulla sicurezza, non avendo mai eseguito valutazioni dei rischi con riferimento al luogo di lavoro.

Secondo l'accusa i reati sarebbero stati commessi da aprile a settembre 2020, nell'azienda  agricola di cui è titolare la donna, di nazionalità albanese,  e che ha sede a Capannori e che svolge attività di coltivazione e raccolta di ortaggi. Le indagini sono scaturite da una lite accesasi lo scorso dicembre in un pubblico esercizio dove datore di lavoro e dipendente si erano incontrati per definire e corrispondere le spettanze al lavoratore. I carabinieri intervenuti per sedare la lite hanno poi appurato lo scenario nel quale la coppia, approfittando dello stato di necessità di alcuni lavoratori stranieri, li ha per tutta la stagione estiva 2020 fatti lavorare nei campi sino a 10 ore al giorno, pagandoli poco più di un euro all’ora, con la promessa, mai mantenuta, di avere presto un contratto di lavoro che avrebbe consentito loro il diritto alla permanenza sul territorio nazionale.

Oltre alle testimonianze di tre lavoratori nigeriani, rispettivamente di 33, 30 e 27 anni, uno dei quali peraltro sprovvisto di permesso di soggiorno, anche le conversazioni whatsapp intercorse tra i lavoratori e la donna, con le indicazioni da questa fornite sui lavori da portare a termine.

Parallelamente alle responsabilità di natura penale, sono state elevate sanzioni amministrative per circa 28.000 euro. E’ stata altresì interessata l’Inps per il recupero circa 16.000 euro di contributi evasi.