Bove difende le scelte: ”Bisogna riorganizzare”

L’assessore spiega la filosofia che ha portato al nuovo piano attuativo della mobilità e della sosta in centro storico

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Gabriele Bove, assessore alla mobilità, ha voluto fortemente il nuovo Piano attuativo della mobilità e della sosta in centro storico, una piccola rivoluzione che sta generando polemiche e dibattito, finendo per toccare davvero tutta la città.

"L’obiettivo è quello di riorganizzare tutta la disciplina: sinora erano davvero tanti i documenti che andavano consultati, abbiamo voluto fare chiarezza sulle regole che organizzano la materia cercando un punto di equilibrio tra le varie esigenze del centro storico, da quelle dei residenti a quelle delle attività commerciali e turistiche".

Ci sono però proteste da parte dei commercianti in special modo per la questione dello scarico merci solo da furgoni e non auto e per i pochi stalli di carico e scarico rispetto al numero dei permessi.

"Quanto alla prima questione, abbiamo introdotto una specifica per venire incontro ai commercianti che hanno un’auto e non un furgoncino, circa i pochi posti, il tema è sempre il solito: sono pochi in generale, vale anche per chi risiede".

Appunto: come pensa possano fare a parcheggiare le auto i residenti, visto che sono cinque volte di più le auto di questi rispetto agli stalli?

"In questa settimana ho fatto delle verifiche con gli uffici, che ringrazio, e sono stati individuati un certo numero di stalli nuovo, ovviamente sono pochi. Il problema si risolve solo con contenitori ad hoc".

Avete trovato qualche possibile immobile?

"Sì, qualcosa, ma sono aree di privati e dunque andrà fatta ogni valutazione con il Piano operativo".

Perché avete abolito la delibera del 2012 che evitava le multe ai residenti che parcheggiavano fuori dagli stalli a patto le auto non intralciassero il traffico?

"L’obiettivo resta quello di consentire di parcheggiare anche dove non ci sono le strisce ma non si l il traffico. Comunque verrà rifatta".

E allora perché abolirla?

"Avevamo bisogno di ripartire sul pulito e il disciplinare è il punto zero".

Avete introdotto differenziazioni nel costo dei permessi penalizzando chi ha auto vecchie (Euro 1,2,3,4): non è un modo per penalizzare i meno abbienti?

"Ci sono disposizioni regionali e nazionali, bisogna spingere per il rinnovamento del parco auto. Ovvio che servono incentivi per farlo a livello nazionale, comunque gli impianti gas e metano non hanno costi proibitivi"

Però concedete a costo zero il permesso anche se la macchina è Euro 1,2,3,4 e dunque inquinaNTe ma è del prefetto, questore procuratore della Repubblica.

"La gratuità è per il servizio che svolgono non per le figure".

Chi ha un’auto euro 0 addirittura non può avere il permesso, in compenso se si viene da fuori con un’auto analoga si entra in città.

"Sì, non può avere il permesso, ma chi viene da fuori trova la zona verde e dunque se entra al suo interno è multabile".

Perché avete deciso di far pagare 100 euro il permesso ai medici di famiglia in servizio?

"Abbiamo deciso di mantenerlo a pagamento, con un piccolo ritocco, così come era nel precedente regolamento".

La Curia ha 5500 permessi gratuiti l’anno e così via per altre istituzioni: non sono un numero smisurato?

"La Curia, come altre istituzioni, nel corso degli anni ha visto ridurre il numero dei permessi. I permessi sono giornalieri e non prevedono l’occupazione di parcheggi a disposizione di altri soggetti".

Prevedete ritocchi alla materia che sta già accedendo il dibattito?

"Alcune cose sono già state modificate, è prevista una revisione generale a novembre, ma già la prossima settimana introdurremo alcuni cambiamenti: è una materia talmente complessa che è inevitabile arrivare a modifiche".

Fabrizio Vincenti