Artificiere ferito dalla bomba In appello spunta un’assoluzione

L’ordigno alla libreria di Firenze costò una mano a un agente. Giovanni Ghezzi, 9 anni in . primo grado, ritenuto estraneo

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Pene ridotte e un’assoluzione in Corte d’Appello per il reato più grave dopo una condanna pesante in primo grado. E’ l’epilogo per la vicenda dell’ordigno rudimentale, ma potente, fatto esplodere da alcuni appartenenti all’area anarchica la notte di Capodanno 2017-208 davanti alla libreria Il Bargello di Firenze. Movente l’attività commerciale ritenuta vicina a Casapound. Lo scoppio ferì l’artificiere della polizia Mario Vece, residente ad Altopascio che perse una mano e un occhio. Giovanni Ghezzi, condannato a 9 anni e 10 mesi in primo grado, è stato riconosciuto estraneo all’imputazione più importante e condannato a soli 3 mesi per altri episodi minori. Pene alleggerite agli altri due maggiori imputati, Pierloreto Fallanca e Salvatore Vespertino. Da 9 anni e mezzo il primo e 9 anni il secondo i giudici dell’appello hanno rideterminato in 8 anni la pena per lesioni personali gravissime. Delle 26 posizioni oggetto di appello, anche per fatti diversi dall’esplosione due gli imputati assolti da ogni accusa. Anche secondo i giudici di secondo grado dietro l’ideazione, la pianificazione e la collocazione dell’ordigno che rischiò di ammazzare Vece ci furono Fallanca e Vespertino. Quanto a Nicola Almerigogna, assolto in primo grado per il ferimento dell’artificiere, la sua posizione non è stata oggetto del processo di appello.