Antagonisti nell’edificio comunale. L’occupazione termina dopo tre ore

‘Palazzo che brucia’ irrompe nell’ex sede Croce Verde a Nozzano

Gli slogan affissi all’esterno dagli occupanti

Gli slogan affissi all’esterno dagli occupanti

Lucca, 15 luglio 2018 - "Occupa e resisti: spazio liberato". Sono gli striscioni che gli antagonisti del “Palazzo che Brucia” hanno srotolato ieri sera dalla finestre dell’ex magazzino comunale di Nozzano San Pietro. È qui, in via della Bordogna 826, che, dopo le 21 di sabato è scattato il blitz degli antagonisti che hanno fatto irruzione nell’immobile. Dopo aver forzato la porta d’ingresso il gruppo ha lanciato l’adunata via Facebook: «Accorrete a Nozzano, non tutto è perduto: in città è nato uno spazio liberato». A mezzanotte e mezzo l’occupazione si è conclusa dopo trattarive col sindaco Tambellini e le forze di polizia.

A dare l’allarme sono stati alcuni cittadini che hanno assistito alla scena. Sul posto sono intervenuti la municipale e la polizia e in tarda serata è arrivato anche il sindaco Alessandro Tambellini che ha aperto una trattativa con gli occupanti per convincerli a lasciare l’immobile. Durante il tentativo di dialogo si sono vissuti momenti di tensione ma tra forze dell’ordine e occupanti non c’è stato nessun contatto. Anche perché i giovani sembrano avere le idee chiare. «Lucca – scrivono sui social in diretta - è una città malata, costruita nell’ombra bigotta del suo stesso dormitorio, in cui soltanto volanti e telecamere accompagnano il tifo di qualche bottegaio per l’affondamento d’un barcone nel Mediterraneo. Nel bel mezzo del caos dei concerti – aggiungono - però, qualcosa si è mosso: da oggi nella nostra città esiste uno spazio liberato, recuperato dall’abbandono e restituito alle nostre capacità».

Gli antagonisti la notte tra il 9 e il 10 dicembre occuparono l’ex Casina Rossa. Nel blitz furono coinvolti giovani tra i 18 e i 25, alcuni lucchesi, altri di province limitrofe, in particolare Firenze, e di vari gruppi antagonisti. Ci fu lo sgombero con denuncia di cinque persone per danneggiamenti, occupazione abusiva e disturbo della quiete pubblica. Ieri il nuovo tentativo: gli occupanti che, via social, hanno annunciato un programma di cene popolari e assemblee nello stabile. L’obiettivo: «Dare vita a uno spazio – proseguono su Facebook - in cui creare quest’alternativa: dalla palestra popolare e la sala prove, all’orto sociale. Dalla biblioteca e aule studio ai corsi gratuiti».

Claudio Capanni