Lanfri cerca un'altra impresa: pluriamputato alla conquista dell'Aconcagua

L’atleta replica alle polemiche: “Nessuna scorciatoia, con me solo un ciuchino“. Prima tappa in vista della scalata Aconcagua, la vetta più alta del sud America

Andrea Lanfri al primo step, ha appena raggiunto Confluencia (3.390 metri)

Andrea Lanfri al primo step, ha appena raggiunto Confluencia (3.390 metri)

Lucca, 10 gennaio 2023 - Prima tenda e primo step di acclimatamento per la nuova grande avventura di Andrea Lanfri che ha appena intrapreso la scalata ai 6.961 metri dell’Aconcagua, massima elevazione del Sud America, in Argentina. Si tratta della quarta tappa per il progetto “Seven Summits” che l’ha visto raggiungere il Monte Bianco nell’estate 2020 e poi, nel corso del 2022, prima la vetta dell’Everest e poi quella del Kilimanjaro. Se il progetto dovesse riuscirgli Andrea sarebbe il primo pluri-amputato a completare la salita di tutte le cime più alte di ogni continente. Ricordiamo infatti che Andrea nel 2015 venne colpito da una grave forma di meningite che lo privò delle gambe e di sette dita delle mani.

“Ho iniziato il lungo cammino che mi porterà in cima alla vetta dell’Aconcagua – commenta entusiasta Lanfri –. Sono arrivato sabato a Mendoza dove ho ritirato il permesso di salita e non ho perso tempo, mi sono messo in marcia.Quello che ho appena affrontato è stata una delle prime tappe importanti di acclimatamento. Ho raggiunto Confluencia (3390 mslm) da Horcones (2950 metri sul livello del mare); è un campeggio importante per fare un’acclimatazione progressiva. Questa fase infatti è essenziale dato che mi permetterà di abituarmi meglio alle altezze maggiori che affronterò nei prossimi giorni“.

Ancora una sfida, ancora un importante bandiera da piantare sulla vetta più alta. Con un valore aggiunto che, però, non mette al riparo il noto para atleta lucchese dalle polemiche. E lui, come nel suo stile, risponde e chiarisce. “Questa volta ho scelto di andare da solo – spiega Andrea –. Dopo l’Everest ho sentito più volte dire che nelle mie avventure cerco sempre delle scorciatoie, che per raggiungere la cima ho pagato una guida. Tutte cose non vere. Ogni mia salita l’ho sempre pianificata allenandomi, leggendo e studiando. Non ho mai cercato il pacchetto pronto. Ci tengo anche a precisare che Luca Montanari, il mio compagno di cordata sull’Everest, non è venuto come guida, ma come amico e compagno di cordata. Io non l’ho pagato per accompagnarmi in spedizione. Siamo un team e abbiamo fatto squadra per raggiungere un obiettivo comune, e spero di avere in futuro altre occasioni per poterci legare insieme, per vivere esperienze intense come lo è stato l’Everest”.

Lanfri si è dato tre settimane per questa nuova spedizione. La partenza dall’Italia è avvenuta il 6 gennaio, il rientro è fissato per il 26. Una volta raggiunto il campo base di Plaza de Mulas l’atleta paralimpico affronterà la salita seguendo la Ruta Normal de Los Pioneros, il percorso più conosciuto e battuto per raggiungere la vetta della montagna più alta del sud America. Un itinerario aperto nel gennaio 1897 da parte di Matthias Zurbriggen, primo salitore dell’Aconcagua. Dopo aver raggiunto i piedi della montagna seguiranno le consuete giornate di acclimatazione, per abituare il corpo alla quota, quindi Andrea farà il suo tentativo di vetta. “Saranno 6961 metri di goduria: io, lo zaino, la tenda e la montagna!”. Una carica inarrestabile, la voglia di riuscire, di provare di nuovo quell’ebbrezza della salita e della conquista, in mezzo a panorami mozzafiato e a mille curiosità. “Sapevate – ci informa infatti l’atleta – che guadando il fiume Horcones si attraversa il ponte utilizzato per lo shooting di alcune scene del film “7 anni in Tibet”? Il percorso è segnato molto bene e questo mi aiuterà visto che la mia compagnia, almeno fino al campo base, sarà solo quella di un ciuchino che mi aiuterà col trasporto di qualche materiale“.

L.S.