Bimbo morto: tensione al processo

Caso Favilla, durante la deposizione di un'infermiera per la difesa dei medici, i genitori sbottano: "Vergogna". Le testimonianze in aula

Il piccolo Alessandro Favilla con i genitori

Il piccolo Alessandro Favilla con i genitori

Lucca, 21 aprile 2017 - Ancora tensione al processo per la morte del piccolo Alessandro Favilla, il bimbo di 10 anni soffocato da una fatale crisi respiratoria il 25 ottobre 2012 davanti ai genitori Emanuele e Alessia Favilla, nella loro abitazione in via Orzali. Stefano Billet sono a giudizio per concorso in omicidio colposo aggravato da colpa medica ci sono tre pediatri: una in servizio all’ospedale di Lucca, la dottoressa Elisabetta Spadoni, quello di guardia medica, il dottor Graziano Vierucci e il pediatra di famiglia, il dottor Giuseppe Fontana. Iieri in aula è stato completato l’esame del perito di parte civile, il pneumologo Roberto Da Porto, l’esperto nominato dai familiari del bimbo, che ha risposto anche alle domande del pm Aldo Ingangi. Il perito ha ribadito che Alessandro si sarebbe potuto salvare se fossero stati eseguiti due esami: una broncoscopia e l’emogasanalisi, che avrebbero potuto evidenziare l’insufficienza ventilatoria e la stenosi della trachea. «Sarebbe stato piuttosto rapido e semplice scoprire quella stenosi nella prima parte della trachea», ha affermato il dottor Da Porto. Di diverso avviso i difensori per i quali hanno deposto alcuni testimoni. Ma anche qui c’è stata tensione. Un’infermiera ha affermato che la dottoressa Spadoni non aveva in realtà visitato il bambino, restando in silenzio al computer, mentre gli venivano praticate saturazione e aerosol. Una testimonianza che ha suscitato la reazione di protesta dei genitori in aula: «Vergogna!», hanno gridato. Ma il giudice ha però subito riportato la calma.   Poi è stata ascoltata la dottoressa che ha prescritto al piccolo un farmaco «su indicazione della Spadoni». Poi ha ipotizzato che fosse stato il dottor Vierucci, suscitando la contestazione del suo avvocato difensore, in un botta e risposta in cui si è inserito anche il giudice. La segretaria del dottor Fontana ha testimoniato sulla visita del 24 ottobre, sottolineando che «Alessandro aveva il respiro rumoroso, ma camminava e parlava». Sulla stessa falsariga una mamma che quel giorno era in attesa dal pediatra. «Sì, aveva un respiro rumoroso». Prossima udienza il 17 maggio per ascoltare gli imputati e il 15 giugno per discussione e sentenza.