Trebesto, condannati gli aggressori

Calci, pugni e minacce per fermare l’esperienza della ”Calcistica Popolare” di Capannori

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Lucca, 20 maggio 2022 -  Volevano spaventarli e farli desistere dall’iscriversi al campionato. Questa è la conclusione alla quale è arrivato il giudice Gianluca Massaro che qualche giorno fa ha condannato tre giovani lucchesi: Francesco Cosmi, 27 anni, Matteo Vitrano, 28 anni, ed Edoardo Gabriele, 29 anni. Erano accusati di aver aggredito altri tre ragazzi, promotori della “Calcistica Popolare Trebesto“ di Capannori, squadra di Terza categoria fondata nel 2018. Gli episodi contestati, infatti, risalgono a quello stesso anno. A fare più scalpore fu la discussione nata il 4 maggio 2018 in piazza San Michele dove, secondo le testimonianze delle vittime, i tre della Trebesto (di 25, 26 e 28 anni), riconosciuti dal gruppo, vennero seguiti e minacciati. "Da qui ve ne dovete andare. Di questo passo durerete poco..." sarebbero state le parole del gruppo (i tre di cui sopra insieme ad un altro soggetto oggi 52enne) individuato come vicino agli ambienti dell’estrema destra lucchese. Dalle parole si passò poi ai fatti e le tensioni sarebbero sfociate in calci e pugni. Ma non finì lì.

Secondo la Procura c’erano stati almeno altri due episodi simili, tra maggio e settembre 2018, con alcune differenze nello schieramento ma tutti accomunati dallo stesso movente, oggi riconosciuto nella sentenza.

In un’occasione i tre della Trebesto si erano beccati una bottiglia di birra sul vetro dell’auto, nell’incrociare Cosmi e un secondo soggetto mai identificato. A settembre 2018 c’era stata invece un’altra aggressione. Questa, in particolare, riguardava però solo l’uomo di 52 anni e uno dei giovani della Trebesto, che ne uscì con una maschera di sangue e una prognosi di ben 40 giorni. Per il 52enne nessun processo: a gennaio 2020 aveva patteggiato a 1 anno e 4 mesi per lesioni gravi, con l’esclusione della matrice politica del gesto. Mentre gli altri erano stati rinviati a giudizio con quattro capi di imputazione totali.

La sentenza è di pochi giorni fa: tutti e tre sono stati condannati per tentata violenza privata, per aver compiuto azioni atte a impedire la formazione della Trebesto. Cosmi e Gabriele hanno avuto una pena di 4 mesi, con la condizionale. Vitrano, invece, condannato anche per lesioni in seguito al parapiglia di piazza San Michele, ha ricevuto una pena di 5 mesi, con la condizionale anche lui. Cosmi, inoltre, è stato assolto dalle accuse di danneggiamento aggravato (non è stato lui a spaccare il parabrezza dell’auto) e di tentate lesioni (in questo caso l’evento non si è verificato). La vicenda, però, non è ancora del tutto chiusa. L’avvocato difensore dei tre imputati, Federico Corti, è pronto a ricorrere in appello.

Teresa Scarcella