Il Convegno Internazionale “Le parole per dirlo. La malattia mentale: luoghi, persone, narrazioni”, si svolgerà venerdì 10 a Maggiano (Polo didattico di S. Maria a Colle) e poi ancora sabato 11 a Pisa (Centro Congressi Le Benedettine). “Si tratta del primo convegno in Italia che si tiene sul rapporto tra malattia mentale e narrazione: quello che vogliamo indagare è come la malattia mentale venga restituita attraverso le parole degli autori e quindi in letteratura”, spiega Marina Riccucci, professoressa di Letteratura italiana dell’Università di Pisa e curatrice dell’iniziativa. La due giorni ospiterà scrittori come Paolo Milone (L’arte di legare le persone, Einaudi), Fuani Marino (Svegliami a mezzanotte, Einaudi), il saggista Stefano Redaelli (autore di Beati gli inquieti), Isabella Tobino, nipote dello scrittore Mario Tobino, nonché presidente della Fondazione Tobino, l’attrice Livia Castellana, nonché studiosi e accademici come Giulio Ferroni, Valeria Paola Babini, Anna Segre. Sono inoltre previsti momenti ‘teatrali’ dedicati all’opera di Tobino e una intervista in differita ad Ascanio Celestini, che proprio alla follia ha dedicato lo spettacolo teatrale La pecora nera, di recente diventato un film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. “Nel Novellino il riferimento alla malattia mentale è di sole poche righe: per la prima attestazione letteraria vera e propria infatti bisogna aspettare il 1589, anno in cui Tommaso Garzoni pubblicò L’Hospidale de’ pazzi incurabili, descrizione di un manicomio nelle cui celle sono rinchiusi i rappresentanti, antichi e contemporanei, delle più diverse forme di follia – continua Riccucci – da quel momento, c’è una lunga pausa di silenzio, fino al 1953, anno in cui Mario Tobino pubblica il suo Libere donne di Magliano“. Il convengo è promosso dall’Università di Pisa, Fondazione Mario Tobino