Lucca, 26 marzo 2014 - Soldi facili: rubati con piccoli giochi di prestigio informatici. Soldi facili: trafugati vigliaccamente a chi se li è sudati grazie alla telecamera di un cellulare puntata su una tastiera, ad uno skinner clona-bancomat e a qualche nozione elementare di programmazione. «Soldi facili»: è questo il nome dell’inchiesta che ha permesso di smantellare un giro d’affari illecito stimato in 720mila euro: 69 truffati e 14 denunciati con l’accusa di associazione a delinquere. I carabinieri di Lammari — che hanno chiuso questa delicatissima inchiesta di rilievo nazionale — sono stati impegnati per mesi ma alla fine sono riusciti ad incastrarli.

Tutto inizia a giugno 2012. Quando i carabinieri di Lammari ricevono una serie di denunce da parte di alcuni residenti di Segromigno Monte che vedono «scendere» il loro conto corrente con prelievi da 200, 300, 500 euro ciascuno. Che succede? Una trentina i casi accertati: tutti clienti della Monte dei Paschi di Siena di Segromigno. I militari, subito, si attivano su due fronti: ricercare i colpevoli e chiedere alle assicurazioni della banca il «rimborso» per i truffati. Inizia una lunga serie di indagini. Il primo step porta a scoprire che sono state clonate diverse carte di credito. Quindi, ben presto, si scopre che questi soldi prelevati dai conti correnti capannoresi vengono girati, tramite Internet, su alcune carte ricaricabili chiamate «Superflash» accese dalla Imi San Paolo in varie filiali di Torino. Queste carte venivano prosciugate a tempo di record per poi sparire nel nulla.

Un gioco di ‘prestigio’ per non far capire dove sparivano davvero i soldi. Soldi che invece servivano alla banda di rumeni per acquistare oggetti hi-tech che poi venivano rivenduti sul mercato. Attraverso ulteriori accertamenti con gli istituti di credito in nove regioni del Nord e del Centro e attraverso una serie di perquisizioni delegate alle forze dell’ordine di Torino — dove la banda risiede — il cerchio si è chiuso dopo quasi due anni di riscontri. A tutti gli indagati è stato constato il reato di frode informativa, clonazione carte di credito, installazione apparecchiature atte ad intercettare comunicazioni informatiche e associazione a delinquere.