Lucca, 21 marzo 2014 - «Se non è Roberts non è borotalco”, afferma da decenni la pubblicità del noto prodotto, ma nella ricerca chimica fino alla produzione c’è stato molto di Garfagnana. Infatti, il coinventore dell’innovativo prodotto sanitario e di bellezza alla fine dell’800, a Firenze, fu il farmacista Luigi Lorenzo Manetti, originario di Massa di Sassorosso, la bella frazione in comune di Villa Collemandina, quasi una balconata sulla valle del Serchio. In Garfagnana ci sono ancora oggi lontani parenti dell’intraprendente farmacista, i Manetti, i Lemmi, i Giannasi, i Buricchi, ma in particolare è la signora Vincenza Assunta Manetti Martinelli, che abita da sempre a Massa, la custode della memoria storica di Luigi Lorenzo Manetti con fotografie, ricerche nell’archivio comunale, testimonianze orali dei genitori e dei nonni. «Luigi Lorenzo Manetti — spiega la signora Vincenza Assunta — era il fratello di mia nonna materna Lucia, nata nel 1850. Lucia andò in sposa a Giuseppe Longhi, mio nonno, da cui nacque, tra gli altri, mia mamma Giulia, poi coniugata con Giuseppe Manetti, sempre di Massa di Sassorosso, appartenente ad un ramo collaterale dei Manetti».

All'inizio degli anni ’20, Manetti cedette la sua farmacia ma soprattutto l’invenzione ad Henry Roberts, un collega inglese che aveva scelto Firenze per la sua attività scientifico-imprenditoriale, per anni rivale nella ricerca e concorrente, con la clausola che rimanesse la dicitura di produzione «L. Manetti-H. Roberts», che leggiamo ancora oggi. Manetti si trasferì poi in Brasile dove c’erano già altri parenti, cessando di vivere poco dopo. La fotografia lo ritrae nel 1922 e nel retro c’è la dedica alla sorella Lucia. A Firenze, nella casa in via Tornabuoni, rimase la figlia Maria, andata sposa al noto aviatore-eroe Francesco Baracca, deceduto in combattimento nel 1918. La signora Vincenza Assunta conserva anche un simpatico biglietto autografo di Maria Manetti Baracca, inviato da Firenze alla cugina Giulia Longhi (la mamma di Vincenza Assunta), con il quale le chiedeva di inviarle «quattro forme di cacio ed un prosciutto».

Era il 31 ottobre 1938. Si vede che anche allora i prodotti tipici della Garfagnana erano già apprezzati a Firenze. Vincenza Assunta, che abita con il marito Dino Martinelli, in una bella costruzione tra il verde dei castagni, spera che un domani i figli Giulia, Giuseppe e Dina ed i sei nipoti continuino la sua «passione» di conservatrice delle memorie sia dei Manetti che degli altri compaesani, basti ricordare il grande Astor Piazzolla. Sarebbe felice.