Lucca, 8 luglio 2013 - Mentre in Garfagnana e Lunigiana rosegue la sequenza sismica, niziata il 21 giugno scorso, è stata presentata venerdì a Bologna la proposta di nuova mappa della pericolosità sismica dell’Appennino tosco-emiliano. A presiedere il convegno il professore Dario Albarello dell’Università di Siena. Un capitolo del libro di 168 pagine che è stato consegnato durante il convegno affronta il tema dell’attività sismica proprio in Garfagnana-Lunigiana.

 

«Quello che è successo in occasione dei terremoti che hanno colpito il territorio emiliano nel maggio 2012 — si legge nell’introduzione — ha messo in evidenza che le mappe di pericolosità sismica attualmente
disponibili hanno gravi limitazioni». Sul fronte della Toscana vengono confermate le valutazioni già oggetto della pubblicazione del febbraio 2012. In pratica, guardando ai 35 Comuni della nostra provincia, vengono confermate per 10 Comuni le intensità massime già indicate nel database macrosismico (DBMI11) del 2011, che si trova sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, mentre vengono indicati valori di massima intensità superiori per gli altri 25 Comuni.

 

Vediamo il quadro della situazione in dettaglio. Questi i Comuni dove è confermata la precedente intensità massima: Barga (9 della scala MCS), Capannori (7), Fabbriche di Vallico (8), Fosciandora (9), Lucca (7), Massarosa (7), Pieve Fosciana (10), Porcari (7), Sillano (9), Villa Collemandina (10). Questi invece i Comuni
che vedono variata la massima intensità: tra parentesi il primo numero indica quanto è contenuto nel database 2011, il secondo numero la proposta attuale.

 

Altopascio (da 6 a 6/7), Bagni di Lucca (da 7 a 7/8) Borgo a Mozzano (da 6/7 a 7/8), Camaiore (da 7 a 7/8), Camporgiano (da 9 a 10), Careggine (da 7 a 9), Castelnuovo (da 8 a 9), Castiglione (da 9 a 10), Coreglia (da 7 a 8), Forte dei Marmi (da 6/7 a 7/8), Gallicano (da 7/8 a 8/9), Giuncugnano (da 9 a 10), Minucciano (da 9/10 a 10), Molazzana (da 7/8 a 8/9), Montecarlo (da 6 a 6/7), Pescaglia (da 7 a 7/8), Piazza al Serchio (da 9/10 a 10), Pietrasanta (da 7 a 7/8), San Romano Garfagnana (da 8/9 a 10), Seravezza (da 7 a 8), Stazzema (da 7 a 8), Vagli Sotto (da 9 a 9/10), Vergemoli (da 6 a 8), Viareggio (da 6/7 a 7), Villa Basilica (da 5 a 7).

 

«L’attività sismica in Lunigiana e Garfagnana — si legge nel libro consegnato venerdì a Bologna — è interpretata come effetto della tettonica estensionale e transtensionale che si sviluppa lungo il settore occidentale del margine interno del cuneo Toscana-Emilia, in risposta alla sua progressiva estrusione verso la zona padana. Questo tipo di deformazione è consistente con i meccanismi focali della sequenza sismica che si è recentemente verificata sotto questa zona nel gennaio 2013, alla profondità di circa 15 chilometri. L’intensità delle scosse del 1920 (10 MCS) è la massima registrata in questa zona. Per la stima della potenzialità sismica è anche opportuno considerare il fatto che la Imax=10 rilevata nella località di Ugliancaldo (comune di Casola in Lunigiana), superiore alla intensità epicentrale (9 MCS), potrebbe essere legata ad amplificazioni locali dello scuotimento sismico (DBMI11)».

 

«L’elenco delle scosse principali avvenute in questa zona - si legge ancora - indica una distribuzione temporale molto irregolare. Per i terremoti diM5.5 o Imax 8-9 i tempi di interevento vanno da 3 a 337 anni. Dall’ultima scossa di questo livello (1920) sono trascorsi 92 anni. Per scosse di Imax 7 la situazione non cambia molto, essendo i tempi tra le scosse compresi tra meno di 1 anno e 270 anni. Questa evidenza indica chiaramente che qualsiasi previsione statistica sulla localizzazione temporale della prossima scossa in questa zona sarebbe affetta da incertezza tale da renderla inutilizzabile per qualsiasi obiettivo di prevenzione». Intanto fino alle 20 di ieri si contavano 1.656 scosse e microscosse, a partire da quella principale di magnitudo 5.2 del 21 giugno.

 

Paolo Mandoli