Lucca, 21 settembre 2012 - Non è fantascienza e neppure il libro dei sogni delle coppie «scoppiate», ma quello che ha ottenuto nero su bianco in questi giorni un imprenditore lucchese 45enne, grazie a una procedura riconosciuta pienamente valida dal tribunale di Lucca, al quale si era rivolto. Con la sentenza n. 971 depositata l’altro ieri, i giudici della sezione civile Antonella Frizilio, Silvia Mugnaini e Beatrice Simona Giunti, hanno infatti pronunciato lo scioglimento del matrimonio in questione e ordinato all’ufficiale di stato civile del comune di Lucca di procedere all’annotazione e alle incombenze consequenziali. Dal momento del deposito della richiesta, allo scioglimento del matrimonio sono trascorsi meno di due anni. Un vero record, visto che in media in Italia di anni ne occorrono almeno quattro, se tutto fila liscio.
 


La procedura da record, rarissima in Italia, è stata attivata dall’imprenditore lucchese tramite l’avvocato Iacopo Tozzi, noto matrimonialista fiorentino, che si è avvalso della collaborazione dell’avvocato lucchese Sabrina Di Puccio. L’iter superveloce che aggira la farraginosa normativa italiana è stato possibile grazie al fatto che il 45enne si era sposato a Lucca, ma con una straniera. L’avvocato è riuscito a far riconoscere l’applicabilità della normativa che regola il matrimonio nel Paese d’origine della moglie, dove i tempi sono molto più brevi e non è necessaria la separazione. «E’ una strada da seguire per tutte le coppie “miste” con un coniuge italiano e uno straniero — spiega l’avvocato Tozzi, che era già riuscito a ottenere l’applicazione della legge spagnola per lo scioglimento di un matrimonio italiano, primo caso nel nostro Paese — perché è assurdo che attendano le lungaggini della normativa italiana. Questo indipendentemente dal fatto che le nozze siano state celebrate in Italia o meno. La disciplina del diritto di famiglia da noi è molto indietro rispetto almeno al 95 per cento dei Paesi stranieri».
 

La coppia in questione aveva contratto il matrimonio nel 1997 a Lucca. Lei è di origine tailandese e all’inizio erano andati a vivere là. Dopo pochi mesi però il rapporto si era incrinato e i due si erano lasciati per sempre. Lui aveva fatto ritorno a Lucca e lei era rimasta in Tailandia. L’imprenditore si è poi rifatto una vita felice con una nuova compagna, dalla quale ha avuto anche un figlio, ma restava il nodo di quel matrimonio ancora formalmente in piedi. Quando poi ha deciso di divorziare ufficialmente dalla prima moglie, ha scoperto che la strada dei tre anni di separazione legale e poi del divorzio, oltre a richiedere almeno quattro anni complessivi, presentava notevoli complicazioni anche per le notevoli difficoltà di comunicazione con la (ex) moglie in Tailandia. Ecco però l’assist fornito dall’avvocato Tozzi: si può applicare la legge tailandese anche al matrimonio contratto in Italia. Il tribunale di Lucca accoglie il ricorso: tempi più che dimezzati.

Paolo Pacini