Lucca, 29 maggio 2012 - La movida lucchese insomma fa alzare immediatamente le barricate: da un lato i residenti del centro storico che chiedono il silenzio notturno dopo una giornata di lavoro. Dall’altro, manco a dirlo, i giovani appunto — e con loro spesso i gestori dei locali notturni — che al contrario vogliono un po’ di spensieratezza. E così le parti si fronteggiano, ogni volta, ogni anno. E questa estate che sta per prendere il largo, addirittura potrebbe essere quella che fa aumentare ancor di più la temperatura della polemica. I motivi scatenanti di questo prologo alla annosa diatriba, quest’anno sono essenzialmente due. Il primo riguarda le decine e decine di telefonate di protesta arrivate al centralino dei vigili urbani di piazzale S.Donato sabato sera da parte di non pochi residenti disturbati dall’eccessivo volume utilizzato dagli avventori di vari locali disseminati nel centro storico (ma a dire il vero anche nella periferia, nda).
La polizia ha «girato» le segnalazioni agli agenti della municipale che però, stando a quanto si apprende, si sono trovati davanti centinaia di persone. Praticamente impossibile anche pensare a qualsiasi tipo di intervento. L’altro motivo invece è la richiesta arrivata sabato scorso al sindaco da parte del comitato «Vivere il centro storico» per far chiudere i locali pubblici alle 22 di sera, non un minuto dopo. Richiesta che il sindaco Alessandro Tambellini però, ritiene, nella pratica, irricevibile. «Ma io mi chiedo — si domanda infatti il primo cittadino — , non è possibile trovare una forma per cui si permette ai cittadini di dormire la notte e al tempo stesso di far continuare a vivere la città? La proposta di chiudere i locali alle 22 mi sembra un po’ azzardata. Come si fa? Io credo che si debba arrivare ad una conciliazione».
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