Lucca, 11 aprile 2012 - Un dato choc raccolto e documentato dalla Cgia di Mestre, associazione artigiani piccole imprese che pubblica la radiografia di un’Italia ancora sotto l’assedio di un’economia che non gira a dovere. Negli ultimi quattro anni l’esposizione di ogni famiglia lucchese verso le banche, per mutui per acquisto o ristrutturazione di case, prestiti, finanziamenti e crediti al consumo, ha quasi raggiunto 43 punti percentuali quando il trend nazionale della crescita dell’indebitamento è del 36,4 per cento.

IN MEDIA ogni nucleo residente sul territorio provinciale a fine 2011 doveva restituire agli istituti di credito 20.798 euro, quasi mille euro in più rispetto alla media nazionale. I conti emergono con drammatica facilità: l’equivalente di uno stipendio annuo se ne va per far fronte agli obblighi di rientro di interessi e capitale. Un dato proiettato sul numero complessivo di famiglie, che però si dilata notevolmente nel caso di nuclei con disponibilità economiche medio-basse, che fanno costantemente fatica a traguardare la fine del mese. Nella classifica pubblicata sul sito di Cgia di Mestre appaiono tutte le 107 province, dalla prima, Roma, capitale anche del debito con 29.287 euro a famiglia, fino all’ultima, Ogliastra, che supera appena gli 8.500 euro. Lucca si posiziona nella prima metà, al 46° posto, dopo Siena (24esima), Firenze (29esima), Pisa (30esima), Pistoia (36esima), Livorno (37esima) e appena uno scalino prima di Parma. L’interpretazione da dare non è necessariamente tutta al negativo. Sembra un controsenso, ma l’indebitamento può andare a braccetto anche con i livelli di reddito più elevati, e la nostra provincia rientra proprio in questo «palmares». Chi ha più possibilità economiche in questo periodo di flessione dei prezzi, soprattutto quelli sul mercato immobiliare, ne approfitta e investe cercando comunque di dilazionare la spesa. Di qui il ricorso capillare a mutui ipotecari e prestiti presso gli istituti di credito.