L'Ultima vela' di Belluomini approda a Lucca

Venerdì 15 marzo, alle 18, alla Libreria Caffè Letterario

A Lucca la presentazione de 'L'ultima vela' di Francesco Belluomini

A Lucca la presentazione de 'L'ultima vela' di Francesco Belluomini

Lucca, 14 marzo 2019 - Francesco Belluomini (Viareggio, 10 luglio 1941 – Camaiore, 27 maggio 2017), poeta, romanziere e fondatore del Premio letterario Camaiore, ha amato riconoscersi nella figura del lupo di mare, scherzando ma non troppo. Tra le sue ultime poesie (399 strofe di dodici endecasillabi ciascuna, e due liriche per la sezione 'Appendice in deroga'), editate postume da Samuele Editore con il titolo de 'L'ultima vela', con una cogliente presentazione di Vincenzo Guarracino, vi è proprio 'Lupi di mare', una sorta di autoritratto prima del congedo: “Basta mollare le cime del tuo porto/ per dare braccia e voce alle murate,/ mentre la barca geme sull'imboccatura/ in sbandata sull'agitarsi dei saluti./ Gente scolpita dai venti, lupi di mare/ che danno poco peso alle burrasche:/ ma d'occhi in velo sulle facce d'argilla/ ai dissolti contorni delle loro case”. L'ultima poesia è invece quasi una carezza alle imbarcazioni che hanno perso timone e alberi, esistenze che sembrano passare da un naufragio a un altro.

Venerdì 15 marzo, alle 18, a Luccalibri Libreria Caffè Letterario (viale Regina Margherita 113) Marco Ciaurro e Laura Gabrielleschi vaglieranno l'opera di Belluomini, le cui poesie saranno interpretate e accompagnate musicalmente grazie a Iacopo Vettori e Lorenzo Tessandori. Dunque un ulteriore passo di decifrazione dell'opera di Belluomini, guidata da alcuni orientamenti di fondo, come la passione per la storia delle vittime. Emerge soprattutto nei lavori narrativi fino all'ultimo libro pubblicato in vita, 'Nel campo dei fiori recisi' (ed. Aracne), su due sorelle ebree di Livorno condotte nel limite estremo di un lager per bambini. Ma questo tratto non di rado ispira anche le poesie. 'Nell'arso delle sponde' (ed. Bonaccorso), ad esempio, è una sorta di 'Spoon River' dedicata alle vittime di via Ponchielli a Viareggio e scritto per sollevare "veli sui bagliori/ nella città ferita, sulla notte/ dell'estremo spiegarsi delle vele/ nel marasma stridente di rotaie".

Le vittime non rimangono anonime, escono dai titoli e si fanno volto e racconto, sguardo sul futuro. Nonostante il male, avverte Belluomini, ".. si può andare/ oltre quel vento rosso che scompiglia/ i capelli, che brucia le speranze/ future d'innocenti creature./ Si possono fare nascere nell'arso/ i fiori della prossima stagione...".

Nel romanzo 'Sul crinale dell'utopia' (Ladolfi) Belluomini narra invece la vicenda realmente vissuta dal viareggino Eugenio del Magro, qui rappresentato come Eugenio Del Sarto. La storia parallela, invece, riferita al transcaucasico Fiodor Levskilyj è scaturita dalla penna dell'autore, sebbene ogni riferimento storico e geografico corrispondano alla verità. Belluomini attraverso due vite parallele ci conduce negli abissi della storia, in quella depressione che ha il volto lugubre dei gulag, icona non santa, anzi "controicona", sulla quale potrebbe essere riportata una frase attribuita a Stalin: "La morte di un uomo è una tragedia, la morte di centomila persone è statistica".

I protagonisti del romanzo di Belluomini fanno parte delle statistiche, ma nelle rughe del loro volto dimenticato è scolpita la tragedia. Belluomini non solo cerca di fare uscire dall'anonimato la tragedia e la storia di un viareggino realmente esistito, ma attraverso un procedimento corale - si descrivono città, comunicati, popoli - riassume nella storia di un russo di origini polacche quella sintesi di umanesimo cristiano e anticlericale al tempo stesso e di progressismo sociale che hanno aiutato a salvare il senso di umanità quando tanti lo perdevano. Quest'orientamento emerge nelle pagine de 'L'ultima vela' con misura, con espressività e anche autoironia convincenti, per tracciare il bilancio di “un percorso da stato d'emergenza/ da vero giramondo dei mestieri,/ non mancato scontare mio peccato/ doppiando pure quattro continenti”.

“Operaio di sogni non meno di Quasimodo – nota Guarracino – e 'versatile' non meno dell'eroe di omerica memoria, Francesco Belluomini, è stato battitore libero in politica così come in letteratura”. L' 'Ultima vela' ha il pregio di tenere in felice equilibrio la sua vita, le passioni e le scelte di fondo. Michele Brancale