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Saviano durante l'incontro (Foto Alcide)

Un momento dell'incontro (Foto Alcide)

Saviano e un momento dell'incontro (Foto Alcide)

Lucca, 1 novembre 2022 - "La libertà del dissenso va misurata su quanto il dissenso lo paghi. L'unico modo per resistere è non lasciare sole le persone che prendono posizione su certi temi, come la difesa delle Ong per esempio". Un Roberto Saviano sempre più calato nel mondo del fumetto ha entusiasmato l'affollata platea del Teatro del Giglio a Lucca Comics & Games nel corso di un incontro con il disegnatore Tanino Liberatore, lo sceneggiatore Tito Faraci e Agnese Pini, direttrice di Qn-La Nazione- Il Giorno- il Resto del Carlino.  L'occasione è la presentazione di "La memoria delle ossa", il quarto volume delle "Storie della paranza" di Saviano, sceneggiate da Faraci per i disegni di Riccardo La Bella con le copertine di Liberatore, detto "il Michelangelo dei fumetti". Una serie che racconta la vita, breve e tragica, dei "paranzini", giovanissimi criminali napoletani. Proiprio Pini ha introdotto il dibatttito lanciando la parola libertà: "Niente come l'arte è vicina alla libertà", dice la direttrice delle testate del gruppo QN. "Quando sono davanti alla pagina - risponde  Liberatore - soino libero, non ho limiti. Per  me la libertà è essere  fedeli a sé stessi e oonesti con le persone". Secondo Tito Faraci, "il fumetto è un territorio di grandissima liberta, si può riprodurre tutto, spazio sempre più grande e più libero e aperto ai giovani autori. E' importante la libertà di rappresentare qualunque cosa, tra la violenza e la rappresentazione della violenza c'è grande differenza, occorre la libertà di poter rappresentare il Male". Per Saviano, che da 17 anni vive sotto scorta e sotto protezione per le minacce della camorra, il tema della libertà ha un sapore particolare: "La democrazia ti dà una libertà formale, ma se poi non hai gli strumenti e le risorse per esercitarla rimane solo in potenza. L'arte permette di realizzare questra potenza, il fumetto ancora di più. Rappresentare il male non è diffonderlo o propagandarlo. L'apertura dell'università a Scampia è il trionfo vero del racconto di quei luoghi". Una libertà che deve poi vedersela con intimidazioni, minacce, denunce: "Sei libero di criticare, poi vieni denunciato, parte una campagna di dossieraggio, la tua vita peggiora, prova a dire qualcosa e ne paghi le conseguenze, ti colpiscono nel personale e ti fanno paura". Saviano descrive il mondo dei "paranzini", giovanissimi criminali con i volti dolci, quasi da modelli. Criminali che, come osserva Pini, non vedono che accanto a loro c'è un'alternativa possibile, lo vede il lettore ma non loro che sono i protagonisti".  Un mondo solo apparentemente  lontano dal nostro: "Conta solo il danaro e avere potere come è esattamente il mondo fuori, guarda questo mondo che credi lontano per cambiare il tuo mondo che è uguale. Per questo non hanno voglia di cambiare strada anche se sanno di morire giovani, di non arrivare a 30 anni. E poi c'è un po' di innocenza, nello spazio tra questa e l'incoscienza c'è l'abisso di ferocia". Per Faraci "quando lavori ai fumetti di qualcun altro senti di affezionarti. Qui vedo la dannazione, il fatto che non si possa scappare dal proprio passato". L'alternativa sarebbe poter trovare un lavoro dignitoso, cosa molto difficile in certe realtà. "In alcune aree del Paese - continua Saviano -  il reddito di cittadinanza ha allontanato molte persone dal crimine comune, anche se ha intorpidito il mercato del lavoro. La soluzione per sconfiggere la criminalità organizzata non è il carcere duro (altra cosa dal 41 bis) perché il carcere è l'università del crimine e più è duro, più le organizzazioni criminali affiliano". Pini chiede a Saviano come si vive dopo anni di odio e di vita sotto scorta: "Sono stanco, esausto, non ne posso più, ti intimidiscono, sei nel mirino, maciullato, minacciato costantemente, oggetto di gossip che diventa squadrismo". Poi un cenno ai suoi processi per diffamazione: "Sono stato portato a processo dal primo ministro Meloni, dai ministri Salvini e Sangiuliano, ma io mi prendo la responsabilità e rivendico il diritto di fare critiche feroci al potere".  Infine, un capitolo sul tema dei migranti. "Con tutti i problemi del Paese è sintomatico che si parta dal fermare le Ong che salvano vite in mare. E chi prende posizione su queste cose è attaccato, ecco perché non dobbiamo lasciare sole queste persone".

Lucca, 1 novembre 2022 - "La libertà del dissenso&nbsp;va misurata su quanto il dissenso lo paghi. L'unico modo per resistere è non lasciare sole le persone che prendono posizione su certi temi, come la difesa delle Ong per esempio". Un Roberto Saviano sempre più calato nel mondo del fumetto ha entusiasmato&nbsp;l'affollata platea del Teatro del Giglio a Lucca Comics &amp; Games nel corso di un incontro con il disegnatore Tanino Liberatore, lo sceneggiatore Tito Faraci e Agnese Pini, direttrice di Qn-La Nazione- Il Giorno- il Resto del Carlino. 
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L'occasione è la presentazione di "La memoria delle ossa", il quarto volume delle "Storie della paranza"&nbsp;di Saviano,&nbsp;sceneggiate da Faraci per i disegni di Riccardo La Bella con le copertine di Liberatore, detto "il Michelangelo dei fumetti". Una serie che racconta la vita, breve e tragica, dei "paranzini", giovanissimi criminali napoletani. 
Proiprio Pini ha introdotto il dibatttito lanciando la parola libertà: "Niente come l'arte è vicina alla libertà", dice la direttrice delle testate del gruppo QN. "Quando sono davanti alla pagina - risponde&nbsp; Liberatore - soino libero, non ho limiti. Per&nbsp; me la libertà è essere&nbsp; fedeli a sé stessi e oonesti con le persone". 
Secondo Tito Faraci, "il fumetto è un territorio di grandissima liberta, si può riprodurre tutto, spazio sempre più&nbsp;grande e più libero e aperto ai giovani autori. E' importante la libertà di rappresentare qualunque cosa, tra la violenza e la rappresentazione della violenza&nbsp;c'è grande differenza, occorre la libertà di poter&nbsp;rappresentare il Male". 
Per Saviano, che da 17 anni vive sotto scorta e sotto protezione per le minacce della camorra, il tema della libertà ha un sapore particolare: "La democrazia ti dà una libertà formale, ma se poi non hai gli strumenti e le risorse per esercitarla rimane solo in potenza.&nbsp;L'arte permette di realizzare questra potenza, il fumetto ancora di più. Rappresentare il male non è diffonderlo o propagandarlo. L'apertura dell'università a Scampia è il trionfo vero del racconto di quei luoghi". 
Una libertà che deve poi vedersela con intimidazioni, minacce, denunce: "Sei libero di criticare, poi vieni denunciato, parte una campagna di dossieraggio, la tua vita peggiora, prova a dire qualcosa e ne paghi le conseguenze, ti colpiscono&nbsp;nel personale e ti fanno paura". 
Saviano descrive il mondo dei "paranzini", giovanissimi criminali con i volti dolci, quasi da modelli. Criminali che, come osserva Pini, non vedono che accanto a loro c'è un'alternativa possibile, lo vede il lettore ma non loro che sono i protagonisti".&nbsp;&nbsp;Un mondo solo apparentemente&nbsp; lontano dal nostro: "Conta solo il danaro e avere potere come è esattamente il mondo fuori, guarda questo mondo che credi lontano per cambiare il tuo mondo che è uguale. Per questo non hanno voglia di cambiare strada anche se sanno di morire giovani, di non arrivare a 30 anni. E poi c'è un po' di innocenza, nello spazio tra questa e l'incoscienza c'è l'abisso di ferocia". 
Per Faraci "quando lavori ai fumetti di qualcun altro senti di affezionarti. Qui vedo la dannazione, il fatto che non si possa scappare dal proprio passato".&nbsp;L'alternativa sarebbe poter trovare un lavoro dignitoso, cosa molto difficile in certe realtà. "In alcune aree del Paese - continua Saviano -&nbsp;&nbsp;il reddito di cittadinanza ha allontanato molte persone dal crimine comune, anche se ha intorpidito&nbsp;il mercato del lavoro. La soluzione per sconfiggere la criminalità organizzata non è il carcere duro (altra cosa dal 41 bis) perché il carcere è l'università del crimine e più è duro, più le organizzazioni criminali affiliano". 
Pini chiede a Saviano come si vive dopo anni di odio e di vita sotto scorta: "Sono stanco, esausto, non ne posso più, ti intimidiscono, sei nel mirino, maciullato, minacciato costantemente, oggetto di gossip che diventa squadrismo". 
Poi un cenno ai suoi processi per diffamazione: "Sono stato portato a processo dal primo ministro Meloni, dai ministri Salvini e Sangiuliano, ma io mi prendo la responsabilità e rivendico il diritto di&nbsp;fare critiche feroci al potere".&nbsp; 
Infine, un capitolo sul tema dei migranti. "Con tutti i problemi del Paese è sintomatico che si parta dal fermare le Ong che salvano vite in mare. E chi prende posizione su queste cose è attaccato, ecco perché non dobbiamo lasciare sole queste persone".

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