Lucca, percorsi separati in radioterapia per curare anche i pazienti Covid

Messi in atto percorsi separati che garantiscono la massima sicurezza a pazienti e operatori

Percorsi separati (immagine di repertorio)

Percorsi separati (immagine di repertorio)

Lucca, 25 novembre 2020 - Percorsi sicuri per pazienti ed operatori, in quanto completamente separati. Sono stati attivati con la seconda ondata Covid nella radioterapia di Lucca per poter trattare in maniera adeguata anche i pazienti positivi al Coronavirus. È in assoluto, si spiega dalla Asl Toscana nord ovest, tra le prime strutture di questo tipo a garantire tale attività.

A illustrare la nuova organizzazione e le misure adottate il direttore della struttura di Lucca e dell'area omogenea aziendale di radioterapia Marcello Mignogna: «Oltre a rafforzare tutte le misure necessarie a rendere la radioterapia una ‘no fly zone’ per il Covid-19 - spiega -, visto l'incremento dei casi abbiamo messo in atto tutta una serie di ulteriori provvedimenti finalizzati ad identificare eventuali pazienti positivi al Coronavirus in programma di trattamento. Inoltre, grazie alla collaborazione di tutta l'equipe ma in particolare del personale infermieristico e dei tecnici di radiologia medica dedicati alla radioterapia, insieme all'equipe medica e della fisica sanitaria, sono stati messi in atto percorsi separati, che oggi rendono possibile il trattamento nella radioterapia a Lucca di pazienti Covid positivi e che garantiscono la massima sicurezza per i pazienti in trattamento nella stessa struttura e per gli operatori sanitari». Il percorso «testato a Lucca – conclude Mignogna, che è anche direttore dell'area omogenea aziendale di radioterapia - inizierà quanto prima, secondo le necessità, anche nelle altre strutture di radioterapia dell'Azienda Usl Toscana nord ovest, Livorno e Carrara, che stanno organizzando il loro percorso sulla base degli indirizzi condivisi con l'area omogenea e della direttiva aziendale che prevede che per assicurare la continuità del percorso di cura al paziente oncologico, che si è affidato ad un determinato centro ed è stato preso in carico dai suoi operatori, possa eseguire i trattamenti nella stessa struttura».

 

Maurizio Costanzo