Dai successi sul parquet al tribunale: Basket Livorno, chiesto il processo per 12 persone

Il fallimento della società: c'è anche un ex assessore tra le persone per le quali arriva la richiesta di rinvio a giudizio

La Guardia di Finanza ha condotto le indagini dal 2013 al 2016. Il 27 gennaio ci sarà l’udienza preliminare

La Guardia di Finanza ha condotto le indagini dal 2013 al 2016. Il 27 gennaio ci sarà l’udienza preliminare

Livorno, 21 gennaio 2017 - Dai fasti della serie A alle aule di tribunale. Dalle tante emozioni sportive regalate agli appassionati della pallacanestro labronica alla nostalgica fine di un’epoca. La procura di Livorno, dopo tre anni di indagine sviluppata dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza sotto il coordinamento del sostituto procuratore Massimo Mannucci, ha chiesto il rinvio a giudizio a carico di 12 persone ritenute responsabili a vario titolo, in concorso tra loro, di fatti di bancarotta fraudolenta patrimoniale e societaria, commessi nella gestione della Basket Livorno Srl, società partecipata, tra l’altro, al 5% da una municipalizzata e impegnata fino al 2009 nei campionati di pallacanestro di serie A1 (sei stagioni, dal 2001 al 2007) e serie A2. Tra loro anche l’ex assessore al bilancio dell’epoca Fabio Del Nista, 70 anni.

Con lui Annalisa Mazzola, 49 anni, Patrizio Tofani, 56 anni, Valterio Castelli, 63 anni, Antonio Tamalio, 63 anni, Vasco Suggi, 73 anni, Massimo Innocenti, 55 anni, Fabrizio Giusti, 62 anni, Stefano Fantoni, 61 anni, Cristina Salvi, 46 anni, Paolo Freschi, 69 anni, e Tommaso Freschi, 43 anni. La società è stata posta in liquidazione il 7 ottobre 2009 e dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Livorno il 20 maggio 2014 a seguito di una situazione debitoria rilevata di oltre 2,8 milioni di euro.

Dalle indagini sviluppate infatti sono emerse una serie di condotte, ritenute illecite, poste in essere sistematicamente nell’arco di sette anni, tra il 2007 e il 2013, da cinque membri del consiglio di amministrazione di Basket Livorno, con il fattivo contributo di sei membri del collegio sindacale dell’epoca, tra commercialisti e revisori contabili, e il liquidatore della società.

Il principale obiettivo era quello di evitare ai soci esborsi per il ripianamento delle perdite, avviando così le procedure di liquidazione e rappresentare, in primis alla Lega Basket, una situazione economica più rosea del previsto, per assicurare ogni anno l’iscrizione al campionato. I primi fatti risalgono all’approvazione del bilancio 2006/07, nel quale viene riportata una perdita ufficiale di circa 272.000 euro a fronte di una perdita che la procura ritiene dovesse essere di almeno 780.000 euro, celata attraverso ricavi fittizi documentate da false fatture.

Fatti analoghi sono stati riscontrati anche nel bilancio 2007/08, con l’occultamento di una perdita reale di oltre 1,1 milioni di euro, in luogo di quella esposta ed approvata dall’assemblea il 15 dicembre 2008, pari a circa 383.000 euro. La perdita, secondo la procura, è stata poi ridotta mediante l’appostamento in bilancio di fatture false per complessivi 400.000 euro. A chiudere anche una distrazione di denaro connessa ad una fraudolenta cessione dei diritti di imamgine e un ulteriore fatto distrattivo commesso dal liquidatore nel marzo 2013. Per l’ultima annualità, nel 2008/09, le indagini hanno rilevato anche una omessa dichiarazione dei redditi e un’Iva evasa per 170.000 euro. L’udienza preliminare è stata fissata per venerdì prossimo, 27 gennaio.