Livorno, 17 dicembre 2012 - Il cognome è di quelli che, a Livorno, fanno deglutire: Marcucci. Il nome invece fa distendere: Francesca. Francesca Marcucci è l’asso che il segretario comunale Yari De Filicaia si teneva nella manica per queste primarie. Presidente del giovani industriali, 38 anni, la Marcucci è laureata in Scienze dell’educazione ad indirizzo «Esperto nei processi di formazione» presso l’Università degli studi di Firenze ed ha collezionato master all’Università di Roma. E’ dirigente del Centro Studi Aziendali, all’interno della quale elabora specifici progetti di formazione rivolti al personale delle aziende.

IL PADRE Nereo Marcucci non le fa ombra se non per il cognome. Francesca Marcucci potrebbe essere il nome della svolta per le candidature del Pd al Parlamento. Essendo una under 40 potrebbe competere per la Camera ma è proprio su quel posto che il segretario De Filicaia ha messo gli occhi quando ha rivendicato «due poltrone» per Livorno. Francesca ha una professionalità da far invidia agli «over», come detto è presidente dei Giovani Industriali — la sua carica scade nel 2013 — e si è messa in mostra, nell’ambito delle iniziative del Pd, alla conferenza programmatica organizzata dal segretario comunale Yari De Filicaia lo scorso 2 luglio. Evidentemente l’invito di De Filicaia non le giunse per caso. Proprio in quell’occasione, infatti, fu la Marcucci a stare al tavolo d’onore sul palco del teatro Goldoni, vicino al segretario nazionale Pierluigi Bersani. De Filicaia se la coltiva da tempo, perché la giovane Marcucci potrebbe davvero rappresentare il nuovo per la città portando in dote un bagaglio professionale importante.


IL SUO NOME è iniziato a girare nel partito ormai da qualche giorno; il segretario comunale ha cercato di giocare in copertura dovendo costruire un percorso politico dentro al Pd che comunque — visti i risultati delle primarie in Toscana — deve imparare a guardare in faccia il rinnovamento e a dargli un nome. L’imprenditrice è fuori da certi schemi, esce dai ranghi della nomenklatura. La sua candidatura, se dovesse andare in porto, troverebbe il consenso di coloro che, in questi giorni di fibrillazione convulsa, hanno chiesto la scesa in campo di persone della società civile. La Marcucci, in effetti, avrebbe le carte in regola per portare qualcosa di buono per questa città; il vero problema — e per Livorno può sembrare insormontabile — è superare il fatto che Francesca è «figlia d’arte».


SUO PADRE, Nereo è stato potente sindacalista della Cgil prima di diventare presidente della prima Autorità Portuale costituita a Livorno ed è rimasto in carica per due mandati. E’ diventato uno dei cinque amministratori delegati del gruppo Contiship, tra i più importanti terminalisti d’Italia. Ritenuto lavoratore indefesso e uomo intelligente, ma di carattere non facile.
Michela Berti