Camere di Commercio, polemica sulla fusione con Grosseto

All'attacco il Movimento dei Consumatori, la difesa del presidente Costalli

Costalli

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Livorno, 19 febbraio 2015 - Scoppia la polemica sull’accorpamento della Camera di Commercio di Livorno con quella di Grosseto. A innescare la miccia, a pochi giorni dalla riunione del consiglio camerale del 24 febbraio che dovrà votare la fusione, è Benedetto Tuci leader del Movimento Consumatori rappresentato in Camera di Commercio da Gisella Seghettini. Tuci racconta dell’incontro avuto con il Presidente della Camera di Commercio: "Costalli ci ha informato che sono tutti d’accordo nel fare la fusione con Grosseto, perché Pisa è troppo grossa. Se c’è un modo di convincermi a essere contrario è quello di dirmi che è già tutto deciso… Quando si smusavano per la presidenza tutti a cercarci; oggi ci informano a cose fatte". E ancora: "Dopo decenni di convegni e baggianate della politica sulla sinergia di Livorno, Pisa, Lucca, la massima istituzione preposta all’analisi dell’economia ci dice che ci si fonde con Grosseto". Perché? "Uno dei motivi è che in quella zona c’è “il vino bono”e la nuova “Camera di commercio della Maremma e del Tirreno” avrà competenza sulla maggior parte delle doc della Toscana". Ovviamente c’è la vena ironica di Tuci che conclude: "Poi però se si riflette viene naturale pensare... Questi della Camera di commercio, ma chi se li fila".

Immediata la risposta del presidente Costalli che non ha affatto gradito le parole di Tuci anche perché il percorso che porterà al voto sull’accorpamento delle due Camere di Commercio è partito da lontano e in totale trasparenza. "Sono in difficoltà – dice Costalli con la schiettezza che gli appartiene – perché non ho condiviso la riforma delle Camere di Commercio. L’ho detto in tutte le sedi, da Roma a Firenze. Manca un disegno complessivo e c’è grande incertezza. Ma quando è arrivata la circolare di Unioncamere che ci chiedeva di deliberare l’accorpamento entro il 28 febbraio pena l’eslusione dai contributi del fondo perequativo nazionale, che per noi vale oltre 470mila euro, allora ci siamo dovuti muovere». E visto che i matrimoni si fanno in due e Pisa non sembrava interessata a unirsi a Livorno «ci siamo mossi con il presidente Lamioni della Camera di Commercio di Grosseto".

 Si tratta di enti simili di province confinanti con due terzi dei posti barca della Toscana, agricoltura e produzioni doc, l’economia è legata a doppio filo. Con l’area vasta ci sarebbe stato il predominio di Lucca, poi Pisa e terza Livorno a seguire Massa.

"Sia chiaro – dice il presidente Costalli – tutto questo è stato fatto con passaggi in giunta e in consiglio camerale. Più volte ho detto ai rappresentanti di fare verifiche tra le categorie e quindi non capisco come si possa dire che è arrivato tutto a ciel sereno. Questo non posso accettarlo". E a supportare le parole del presidente ci sono i verbali delle riunioni del consiglio. Ora la parola passa al consiglio, in ballo ci sono 470mila euro "non pochi per il nostro ente!".

Ma c’è di più, proprio in questi giorni il presidente della Camera di Commerciodi Firenze Leonardo Bassilichi ha dichiarato che in Toscana basterebbe un ente. "Sono d’accordo – dice Costalli – e noi abbiamo anche la sede, qui ci sono tanti spazi... Diversamente però non ci interessa". A buon intenditor, poche parole!