Fumata nera sul piano Aferpi. Vicino il ritorno del commissario

I vertici aziendali non hanno fornito garanzie adeguate per il piano

Il presidente Issad Rebrab con il suo ad Said Benikene ieri al ministero

Il presidente Issad Rebrab con il suo ad Said Benikene ieri al ministero

Piombino (Livorno), 31 marzo 2017 - E' come se i nodi fossero arrivati al pettine tutti insieme. I segnali erano già nell’aria, ma il vertice di lunedì, con l’annuncio di voler continuare gli investimenti, pur con qualche perplessità, aveva lasciato aperte alcune possibilità. Ieri invece nell’incontro al ministero dello sviluppo economico, si è avuta la sensazione che la corsa per Aferpi sia finita. Secondo quanto è emerso dal tavolo romano Aferpi non evrebbe presentato nessun piano industriale credibile, nessun cronoprogramma, nessuna certezza.

ALL’INCONTRO hanno partecipato i rappresentanti dei sindacati sindacati locali e nazionali, Comune, Regione, il ministro Carlo Calenda, i sottosegretari Teresa Bellanova e Silvia Velo. Perr l’azienda c’erano il presidente Issad Rebrab e l’ad Said Benikene. Da quel che si è saputo l’amministratore delegato Cevital Said Benikene non ha risposto a nessuna domanda dei segretari nazionali. Durante l’incontro non si è potuto parlare dell’allungamento della legge Marzano né degli ammortizzatori sociali. Il tutto è stato visto come una volontà di chiusura. Due ore di “fumo” hanno detto i sindacati delusi e sconcertati. Eppure lunedì scorso c’era stato un minimo di ottimismo. Il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda aveva speso parole di apprezzamento per il piano. Anche il sindaco Massimo Giuliani, presente all’incontro si era detto moderatamente ottimista. Si era parlato dell’accordo con Sms Demag per il forno elettrico, 500 milioni, di cui 75 della proprietà, si era detto che sarebbero partiti i lavori il 1° luglio. Tutti elementi chiaramente da verificare. E la verifica però è stata negativa. Non si sta parlando solo di impianti, soldi, finanziamenti, si sta parlando di persone, 2000 persone. Di famiglie che se pensavano ad un futuro difficile, ma comunque con una prospettiva, tornano a vivere ore di angoscia ed incertezza.

Doveva essere una giornata decisiva, e invece da Roma i sindacati tornano a Piombino delusi. Niente concretezza sulla siderurgia e niente su agroalimentare e logistica. L’incontro si è concluso con un nulla di fatto, con la partenza di Issad Rebrab, seduto in terza fila e dell’amministratore delegato Benikene, per Algeri. E ora ci sarà un altro incontro il 6 aprile, Aferpi ha detto che non sarà presente, ma il governo ha garantito che farà di tutto per avere l’azienda al tavolo. Un incontro urgente che potrebbe portare anche ad una rottura con Aferpi. E stamani dalle 9.30 alle 11 Fim, Fiom, Uilm e Ugl terranno l’assemblea davanti alla portineria per spiegare l’esito negativo dell’incontro a Roma.

ORA LO SCENARIO possibile è questo: nuovo commissariamento dell’ex Lucchini con il ritorno di Piero Nardi e ricerca di nuovi partner. calenda ha detto che ci sono un paio di imprese molto interessate e potrebbero essere la stessa British Steel, o Jindal, senza escludere a priori Liberty House. Ma il processo non sarà breve. Per ora sono assicurati gli ammortizzatori sociali, in serata si è avuta la notizia che è possibile un prolungamento degli effetti della legge Marzano. Un’altra notizia positiva è stata in serata la comunicazione del commissario Nardi il quale ha annunciato che «il comitato di sorveglianza ha dato l’ok al pagamento del Tfr. Trascorsi 15 giorni inizierà i pagamenti e ovviamente visti i numeri dei creditori occorrerà una quindicina di giorni per liquidare tutti». Si tratta di cifre relative al passaggio da Lucchini ad Aferpi, una boccata d’ossigeno in un momento negativo.