"Vaccinare la popolazione infantile è necessario e non soltanto etico"

L’infettivologo dell’ospedale di Livorno commenta l’uscita di Nogarin

Il dottor Nino Tonziello

Il dottor Nino Tonziello

Livorno, 27 gennaio 2017 - La presa di posizione del sindaco Nogarin sulla proposta di legge approvata in Regione di rendere obbligatori i vaccini per i bambini che si iscrivono a scuole materne e nidi ha scatenato una ridda di commenti da comuni cittadini ed esponenti politici, anche la comunità scientifica ribatte alle dichiarazioni del sindaco di Livorno. Ne parliamo con il dottor Nino Tonziello, infettivologo dell’ospedale di viale Alfieri.

Dottor Tonziello, lei cosa pensa? è una forzatura rendere obbligatori i vaccini per i bambini al momento dell’iscrizione in nidi o materne? «Bisogna fare un po’ di chiarezza. Non si può sperare in una protezione indiretta, perché esiste un margine di “non copertura”, una malattia infettiva può essere contratta anche se tanti si sono vaccinati. Chi pone dubbi sulla necessità di vaccinare tutti i bambini prima dell’iscrizione all’asilo, non conosce i problemi legati alla trasmissione di malattie infettive, non sa della sicurezza, attuale, dei vaccini, fa disinformazione pericolosa e demagogica. L’unica motivazione di chi ritiene l’obbligo vaccinale, una forzatura, è che esiste un’immunità di “gregge”, quindi, se una parte della popolazione infantile non fosse vaccinata, sarebbe comunque protetta. Ma non è vero».

Cos’è l’immunità di gregge? «L’immunità di gregge descrive l’immunità che si ottiene quando la vaccinazione di una porzione della popolazione (il “branco”) offre una protezione agli individui non protetti. La teoria dell’immunità di gregge propone che nelle malattie trasmissibili da un individuo ad un altro è difficile mantenere una catena di infezione quando un gran numero della popolazione è immune. Più è alta la percentuale di individui immuni in una popolazione, più si riduce la probabilità che una persona suscettibile entri in contatto con un agente infettivo. Sia nella teoria che nella pratica, la malattia scompare di solito prima del raggiungimento di una copertura vaccinale del 100%, o si è visto con il vaiolo e si spera accadrà con la polio. La percentuale di individui immuni in una popolazione sopra la quale una malattia non può più persistere è la “soglia dell’immunità di gregge”. Percentuale che varia con la virulenza e la trasmissibilità di un determinato agente infettivo, l’efficacia e la copertura complessiva del vaccino, la copertura vaccinale della popolazione a rischio e il parametro di contatto nella popolazione. Il modello naturale dell’immunità di gregge si poteva osservare con il morbillo: nelle città, come le oscillazioni di un pendolo, il morbillo causava ogni 2-3 anni grandi epidemie mentre tra un picco epidemico e l’altro i casi erano relativamente pochi». 

Come si spiega questo fenomeno? «Questo movimento a onde si spiega così: il virus riesce a diffondersi in modo esponenziale da un caso a diversi non immuni. E il numero di casi aumenta a ritmo sempre più veloce, la proporzione dei non immuni scende perché sempre più bambini ormai si sono ammalati e quindi non rappresentano più un obiettivo per il virus. Con il tempo, il numero medio a cui ogni malato trasmette il virus, si riduce e il numero dei nuovi casi scende. Quando il numero di immuni è tale che un caso infetta in media solo un altro soggetto, l’epidemia finisce ma il virus rrimane comunque in circolazione, in attesa che con la nascita di altri bambini, la proporzione di non immuni cresca, fino a quando un caso riesce a infettare più di un altro. E tutto ricomincia da capo.

  Vale anche per altri virus? «Sì, vale anche per altri virus come quello della poliomielite, della rosolia, della parotite e dell’epatite B. Vale per batteri come quello del tetano, della difterite, della pertosse, della meningite da Meningococco e da Emofilo».

Quindi perché il vaccino è importante?  «Coi vaccini si cerca di raggiungere e mantenere la situazione in cui in media un malato genera meno di un altro caso, perché solo in questo modo si può spezzare la catena di trasmissione. Gli esperti di salute pubblica hanno il compito di assicurare che la percentuale di immuni sia abbastanza alta da impedire al virus o al batterio di infettare uno o più di uno a partire da un caso. Se una parte dei bambini non viene vaccinata, resta esposta a rischio di contagio e costituirà un pericolo per se è per gli altri soggetti di una popolazione non protetta totalmente. Vaccinare tutta la popolazione infantile suscettibile è, non solo etico, ma anche necessario».