Diario da Chernobyl, giorno 1

Foto di Emanuele Cosimi e Francesca Gorzanelli

Paesaggi invernali, nucleari (Foto di Emanuele Cosimi)

Paesaggi invernali, nucleari (Foto di Emanuele Cosimi)

Livorno, 30 gennaio 2017 - La terza tappa del viaggio per immagini nell'area X contaminata di Chernobyl avviene in inverno. Ancora un filo diretto con il viaggio dei fotografi Emanuele Cosimi e Francesca Gorzanelli, che sono andati alla scoperta di volti, misteri e per vedere lo stato del reattore 4 con il nuovo "sarcofago". Ogni giorno sensazioni, emozioni e tante fotografie per seguire passo dopo passo questo viaggio che è un'avventura al limite, che parla di chi non ha mollato ed è rimasto attaccato alla propria terra anche dopo il "fallout" nucleare di 31 anni faOgni giorno, fino al 5 febbraio quando terminerà il viaggio, capiremo e vedremo cosa e chi è rimasto in uno dei «luoghi dell’abbandono» per eccellenza. Ancora infestato dal ricordo – e dalla presenza silenziosa – dell’alba nucleare. In programma anche accurati controlli medici, attraverso un «apparecchio di auto diagnosi della salute, Rofes, grazie alla collaborazione con Tommesani Elettronica Bologna. Permette di realizzare una rapida auto diagnosi della salute psicofisica, in soli tre minuti, ha spiegato Cosimi.

GIORNO 1

Chernobyl, 29 gennaio 2017 - Siamo partiti da Kiev di buon ora ed abbiamo viaggiato per circa due ore attraverso la campagna innevata caratterizzata da case basse dai cancelli multi colore. All'arrivo nella "zona di esclusione", dopo il controllo passaporti, siamo stati sistemati in un "hotel" che altro non è che una delle tante abitazioni abbandonate di Chernobyl, sistemata alla buona per la ricezione ospiti. Abbiamo dedicato la giornata alla visita delle torri di raffreddamento della centrale. Opere incompiute dopo l'esplosione. Il livello di radioattività, nonostante la neve che dovrebbe fare da "ammortizzatore", è ancora abbastanza elevato. Siamo saliti sul tetto del blocco 5, anch'esso ancora incompiuto. Il progetto era quello di costruire 12 reattori per divenire il maggior fornitore di energia per Europa e Russia. Un pranzo veloce alla mensa della centrale per poi proseguire verso i laboratori sulle rive del fiume Pripyat, che completamente ghiacciato ed innevato regala uno scenario fiabesco. Sono luoghi che abbiamo già visitato diverse volte, ma durante l'inverno rispecchiano perfettamente l'anima di questa terra, fredda ma accogliente.