Delitto irrisolto, minacce di morte ai familiari di Mandolini

Il legale: "A qualcuno dà fastidio che non si siano arresi e continuino a cercare la verità"

Marco Mandolini, il paracadutista ucciso nel giugno del 1995: il suo assassino non ha ancora un volto

Marco Mandolini, il paracadutista ucciso nel giugno del 1995: il suo assassino non ha ancora un volto

Livorno, 20 novembre 2014 – LETTERE di minaccia e altrettante telefonate «anomale» e minatorie senza guardare in faccia nessuno. Un corvo ? O più corvi: lettere intimitadorie indirizzate ai familiari di Marco Mandolini, il Condor in gergo militare, ucciso nel giugno del 1995. «In questi anni- spiega l’avvocato dei familiari- la famiglia Mandolini è stata oggetto di lettere e telefonate strane, alcune di minaccia. Il motivo? L’omicidio di Marco. A qualcuno ha dato fastidio che i familiari non si siano arresi e che per conto loro abbiano cercato di capire chi e perché abbia ucciso il loro congiunto». L’avvocato al quale si sono affidati i familiari del paracadutista ucciso, l’incursore del Col Moschin, è un legale che pesa le parole. In questi anni lunghi anni è sempre stato accanto alla famiglia nella ricerca della verità. «La famiglia di Marco - dice- non si è mai rassegnata. Ha svolto indagini e approfondimenti autonome rispetto e mi sembra di capire che ogni volta che agitavano le acque qualcuno faceva arrivare loro qualche messaggio strano».

Avvocato lei crede che questa indagine della Procura risolverà questo giallo assicurando l’omicida alla giustizia?

«Credo che la svolta possa arrivare. Ne sono sempre stato convinto. La Procura sta impegnandosi tanto così come lo stanno facendo i carabinieri. Se qualcuno sa qualcosa parli. E’moralmente auspicabile».

Cosa pensa della pista della finanziaria?

«In un omicidio tutto è possibile. Ma mi sembra che non si possano scartare con certezza altre ipotesi che colleghino l’omicida al mondo militare».

Lei crede che Marco Mandolini sia stato ucciso sugli scogli del Romito o pensa che la famiglia abbia ragione quando ipotizza che sia stato ucciso altrove?

Attimo di silenzio e poi l’avvocato conclude.

«Penso che l’omicidio sia stato commesso altrove. In un ambiente particolare. L’ambiente in cui bisogna cercare la soluzione del giallo». Una bomba. Ma chi sa qualcosa si rivolga agli investigatori. Mamma Lina, 93 anni, aspetta ancora che qualcuno gli dica chi ha spezzato la vita a suo figlio mutilando anche lei. Anzi tutta la famiglia.