Rosignano (Livorno), 3 gennaio 2013 - “E’ stato un 2012 in cui il male ha migliorato la mia vita perché mi ha insegnato ad apprezzare di più il tempo che mi rimane. Lo sto affrontando con serenità, affezionandomi a chi mi sta vicino. Ai miei amici, ai miei avversari, ai volontari, ai bambini di Sportlandia. E poi sapere che ogni sera ci sono mia moglie e mio figlio che mi aspettano a casa mi dà una grandissima forza per andare avanti”.

Ha brindato al 2013 dopo mesi molto, molto difficili Mauro Martelli. Ci tiene a parlarne l’ormai mito del canottaggio, pluricampione mondiale, europeo, sedici volte numero uno italiano.

“Il mio vuole essere un messaggio, perché si può trovare dentro noi stessi la forza per affrontare e cercare di superare le difficoltà e la disperazione, una testimonianza e anche un incoraggiamento verso chi vuole lottare perché non ci si deve arrendere”, sottolinea il campionissimo livornese.

E’ cambiato Mauro Martelli, 45 anni, il tumore al colon che ha scoperto a maggio, indagando su troppe, frequenti febbri, ha amplificato la comprensione verso gli altri. Quella comprensione che già faceva parte del suo bagaglio, tanto da fondare nella sua amata Livorno Sportlandia, gareggiando, con altri campioni dal cuore grande come il suo, insieme ai ragazzi con disabilità intellettive negli Special Olympics, “i miei bimbi”, come li chiama lui.

Regalando loro anche un record del mondo targato Sportlandia. Ha ricollocato le sue priorità Mauro, ha riposizionato i suoi valori. Acquisendo una serenità di fondo che è tangibile e che avvolge il suo sguardo. Lui che fino a Natale ha trascorso le giornate al reparto di oncologia di Pisa dividendosi tra chemioterapia e radioterapia per battere il tumore che lo ha sorpreso.

E adesso a febbraio lo aspetta l’intervento chirurgico. “La prendo come una gara da affrontare giorno per giorno, senza pensare al giorno dopo”, sorride Mauro. Che, dopo il primo momento di sbandamento inevitabile, ha ripreso ad allenarsi tra una chemio e l’altra, e pure durante con la flebo mentre faceva la bicicletta. Certo con ben altri ritmi e tutt’altra alimentazione perché il metabolismo non è più lo stesso. E spesso anche col dolore che prendeva il sopravvento. Si fermava Mauro, aspettava che il dolore passasse e poi riprendeva ad allenarsi, permettendo così al fisico di espellere le tossine dei farmaci. E ha ottenuto dai medici il lasciapassare per gli assoluti di indoor rowing di Roma del 18 novembre nei duemila metri a squadre, pesi leggeri. Che ha vinto, altra vittoria targata Sportlandia, il titolo italiano numero 16, un’impresa vera e propria addirittura con il secondo tempo mondiale di sempre.

Con Martelli in squadra Zamboni, Alonzi e Carboni. “Ma non mi hanno portato a giro, non avrei mai partecipato se così fosse stato, ho ottenuto un tempo che mi ha reso orgoglioso. Li ringrazio per la grande dimostrazione di affetto, mi hanno accettato a priori qualsiasi tempo avessi fatto. Però loro non lo
sanno, ma mi ero premunito con un altro atleta al mio posto se non ce l’avessi fatta”, confida Mauro. 

Cinzia Gorla