Livorno, 6 giugno 2012 - Con quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così, che non è quella del genovese della canzone, ma di un livornese a denominazione d'origine controllata, Massimiliano Allegri prova a leggere le carte del suo futuro. E regala un colpo a sorpresa: "Fra dieci anni smetto, ma ammetto che sogno di arrivare alla panchina della Nazionale".

Sì, l'allenatore del Milan, che è il livornese più popolare in questo momento, ha detto proprio così: "Io tra dieci anni smetto. Ho iniziato quando avevo quarant'anni, finirò a cinquantacinque. Quindici da allenatore bastano e avanzano. Poi con tutto questo schifo ti passa davvero la voglia. Sogno di arrivare in Nazionale, lo ammetto. Balotelli? No. Mario non verrà al Milan. Spero che maturi. La carriera di un calciatore è breve. Lui non deve aver rimpianti per gli errori fatti".

Allegri racconta tutto questo in un'intervista esclusiva a 'Chi'. A proposito dello scandalo delle scommesse "io una spiegazione me la sono data - dice - Ci sono due strade da percorrere. Quella di chi commette questi reati perché è malato e vive il gioco come una patologia. E poi c'è la strada di chi purtroppo è costretto a farlo per disperazione: ci sono allenatori che vivono con il loro staff in un piccolo bilocale perché la squadra non paga né vitto né alloggio e, poi, ci sono ragazzi che militano in società inferiori e non percepiscono stipendi da mesi. Con questo non giustifico chi ha commesso il reato di frode sportiva, ma la disperazione di non arrivare a fine mese ti porta a commettere certi errori".

Il tecnico aggiunge "Io nasco a Livorno, città dove si gioca, si scommette. Avevo una passione per giocare ai cavalli. Ma un conto è rischiare il proprio denaro, un altro è vendere o comprare le partite".