Livorno, 29 settembre 2010 - JEANS, maglietta, scarpe da tennis, ed un sorriso disarmante. Ha l’aspetto di un ragazzo che come recita un vecchio proverbio «Cento ne fa e mille ne pensa»; invece è «padre Nike», parroco da un paio di mesi della parrocchia Santa Rosa nel quartiere la Rosa. Una parrocchia di quindicimila anime, fra le più popolose della Diocesi. Lui è famoso, ha partecipato a parecchie trasmissione tv, compresa «Domenica In». Dal suo arrivo nel quartiere la parrocchia ha trovato nuova linfa, i giovani sono tornati in chiesa. E alla messa domenicale ci sono anche «trasfertisti» livornesi che scelgono di andare a sentire «padre Nike» da altri zone della città. Insomma un ciclone, una rivoluzione.

 


MA CHI È «padre Nike»? Il suo nome è Maurizio De Santis, 44 anni, frate e prete, una laurea in teologia, una altra in psicologia, ma tutti lo conoscono come padre Nike perché indossa le scarpe da tennis e perché le e scarpe sono anche il biglietto di presentazione: lui è un sacerdote fuori dagli schemi. Lui parla ai giovani senza retorica e parole difficili, perché la sua vita testimonia come i miracoli della Fede esistano. «Ero un ragazzino «scavezzacollo, come si dice dalle mie parti — si descrive così “padre Nike” — oggi mi avrebbero chiamato bullo. Non amavo in particolare la scuola. Volevo fare il ballerino alla Scala. Poi ho incontrato Dio e mi sono pazzamente innamorato di Lui». Oggi è frate e sacerdote con esperienze che lasciano il segno come aver ballato davanti a Giovanni Paolo II, e aver frequentato un corso di Mariologia insieme a Oscar Luigi Scalfaro.

 


LA SUA STORIA è quella di un ragazzo nato a Serramonacesca, un paesino in provincia di Pescara in una famiglia numerosa che amava la danza. Un ragazzino che sognava di esibirsi sul palcoscenico più prestigioso la Scala di Milano e che a 20 anni, quando il sogno di ballare a Milano è vicinissimo perché ha sostenuto l’esame di danza classica al teatro della Scala, si innamora pazzamente di Dio, lascia tutto, anche la fidanzatina con la quale era andato a Medjugorje dove il suo cuore si è aperto alla grazia, e va in convento. Lui lo racconta così: «Ero andato a Medjgorie con una ragazza della quale era innamorato. E Dio e la Fede erano lontanissimi da me. Poi qualcosa è cambiato. Avevo 19 anni e ho scelto Dio», dice.

 


COSÌ MAURIZIO diventa padre passionista e dona la sua vita a Dio impegnandosi ad essere travolgente così travolgente da avvicinare le persone, in particolar modo i giovani, alla fede, con la musica, la danza. Lui comunica il messaggio di Dio con il linguaggio della musica e della danza: è un artista, un artista di Dio. Musica rap, canzoni, per parlare ai giovani e non solo. Danza, canzoni e libri. « Sono cotto di Dio. Per questo motivo gli amici mi chiamano Skizzo, è uno pseudonimo che preferisco e che mi sono dato io, skizzato per l’amore per Dio». Quando è arrivato alla Rosa qualcuno stentava a riconoscere il parroco in quell’uomo con pantaloni, scarpe da tennis, oggi invece a distanza di due mesi padre Nike è vicino ai suoi parrocchiani. «Voglio far volare la parrocchia», dice. «Padre Nike» ha aperto un asilo ed una scuola di ballo. «Ancora non ha un nome. E’ aperta a tutti anche alle persone diversamente abili», spiega. Lui vuole portare Dio, la sua parola nel quartiere vuole essere contagioso della sua fede. E i suoi parrocchiani dopo un primo momento di stupore lo stanno seguendo.