Campo nell'Elba, 20 ottobre 2009 - "Ma con tutti i progressi che ha fatto la medicina, non c’è un qualcosa che possa ovviare ai problemi alla colonna vertebrale ai traumi alla testa conseguenze di una caduta come questa?". A chiederlo con un filo di voce al medico legale dell’Asl, Rossana Mele, scuotendo la testa, è l’ingegner Piero Tiberto, il nonno del piccolo Luca, il bambino si 11 anni morto ieri pomeriggio a Marina di Campo per le ferite riportate cadendo giù da un terrazzo al secondo piano di un’ala dell’hotel Marina 2, di proprietà della famiglia, forse per dimostrare il proprio coraggio al fratello maggiore che era con lui.

 

Un gioco tra ragazzi trasformatosi in un’incredibile tragedia. Il nonno del bambino è l’unico della famiglia che se l’è sentita di ritornare vicino alla salma del bambino coperta da un lenzuolo bianco poco prima che arrivasse l’impresa funebre che l’ha rimossa per trasferirla all’obitorio dell’ospedale di Portoferraio dove è ancora a disposizione dell’Autorità giudiziaria che, in base alle relazioni ricevute, deciderà se disporre o meno l’autopsia. Ed è proprio il nonno che ha chiarito con esattezza da dove si è lanciato giù il bambino dopo che in un primo tempo si era diffusa la voce che il tragico salto era avvenuto dal primo piano. "Il bambino più grande è sotto choc - ha detto il nonno - ma ha comunque riferito che Luca è salito al secondo piano ed è da lì che è venuto giù".

 


Una versione che ha fugato i dubbi che la caduta fosse avvenuta da un’altezza ben maggiore subito venuti al medico legale osservando la posizione del corpo, troppo lontano dallo stabile per un volo da poco più di tre metri. Ad intervenire per primi sono stati i volontari della Croce Rosa di Marina di Campo, arrivati sul posto pochi minuti dopo la telefonata al 118. "Il bambino non respirava - dice Renzo Guarguaglini, uno dei volontari - abbiamo subito cercato di rianimarlo. Siamo andati avanti fino a quando non è arrivato il medico del 118 che ha proseguito le manovre". Il quadro clinico era però già irrimediabilmente compromesso.

 


"Ho fatto tutto quello che prevede il protocollo - dice il dottor Uwe Penney - ma purtroppo le conseguenze della caduta erano devastanti. Alle 16.20 ho dovuto firmare il certificato di morte". Per cercare di salvare la vita al piccolo Luca era stato mobilitato anche l’elisoccorso nell’ipotesi di un suo trasferimento di urgenza in una strutura del cointunente.

 

 

"L’elicottero Pegaso 2 arrivato da Grosseto - spiega uno dei volontari della Misericordia di Portoferraio accorsi con l’ambulanza medicalizzata - è atterrato in un campo sotto l’albergo ed era pronto per il decollo. Ma purtroppo il suo intervento è non è servito". Tra le persone presenti sulla scena della tragedia c’era anche la segretaria delle scuole medie che Luca frequentava dallo scorso mese di settembre. "Era un bambino - dice con la voce rotta dal pianto - vivace forse più degli altri, intelligente, molto attivo. E’ una tragedia assurda. Non capisco come possa essere accaduta una cosa simile".

 


Ad attendere con i Carabinieri la rimozione della salma sono rimasti anche i Vigili Urbani di Campo nell’Elba, il comune di cui Yury Tiberto, padre del piccolo, è dal giugno scorso consigliere comunale nelle file del centro-destra con delega ai rapporti con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Ente di cui è anche membro del consiglio direttivo.