{{IMG_SX}}Livorno, 11 agosto 2008 - ''L'aspettiamo a casa con la schiacciata del fornaio che le piace tanto e una bella pasta con le cicale, di quelle che pesca il nonno''. Al termine della gara la mamma è riuscita a parlarci al telefono: ''Era raggiante - dice - ci ha chiesto se l'avevamo vista in tv e ha detto che torna il 16 agosto.  Andremo tutti all'aeroporto di Roma ad accoglierla''.
 

 

Erano in tanti a vedere la gara di Giulia, ''eravamo una quindicina - continua la madre -. Con me e mio marito Fabrizio c'erano gli altri nostri due figli Michel, gemello di Giulia, e Manuel e alcuni ragazzi della palestra''.
''Ci siamo alzati prestissimo - dice il padre -. Alle 5:30 eravamo già davanti alla Tv e abbiamo dovuto penare un po' per avere le prime notizie. Il judo non è il calcio. Giulia ci ha fatto anche soffrire soprattutto quando, in uno degli ultimi incontri, si è fatta male. Mia moglie mi ha stretto forte la mano. Poi però ha vinto e non nascondo di aver versato anche qualche lacrima''.
 

 

Non riesce a contenere la gioia il fratello Manuel, più grande di 7 anni, anche lui judoka: ''Ricordo ancora quando aveva cinque anni e la portai con me in palestra - racconta -.  Si appassionò subito alla disciplina e nostro padre accettò di buon grado che si allenasse''.  ''Il judo è uno sport stupendo - conferma il padre -.  Prevede una dura preparazione atletica e grande equilibrio mentale. Lo consiglio a tutti i genitori che hanno figli piccoli da avviare allo sport''.