Lettera al nuovo presidente: "Ci dia la forza per non mollare"

La pandemia, le "relazioni negate, il tempo precario" e l’esempio di Ciampi. Il messaggio di uno studente liceale di Firenze al prossimo capo dello Stato

Carlo Azeglio Ciampi (1920 - 2016) saluta affettuosamente i giovani

Carlo Azeglio Ciampi (1920 - 2016) saluta affettuosamente i giovani

Firenze, 23 gennaio 2022 - Lunedì 24 gennaio si entra nella fase finale del percorso per l’elezione del nuovo capo dello Stato: le votazioni di parlamentari e grandi elettori. E mentre i partiti politici cercano di trovare una intesa, uno studente all’ultimo anno del liceo classico Machiavelli di Firenze scrive le sue considerazioni al presidente che verrà. Un messaggio che viene direttamente dal cuore. Chiede un impegno concreto anche per la sua generazione, che ha pagato un prezzo alto alla pandemia. Lo studente lo fa ricordando le parole di un altro presidente, Carlo Azeglio Ciampi. E auspica, con sincerità e freschezza di poter godere del diritto alla felicità. Una generazione, la sua, che a volte si sente circondata da un «clima di sfiducia».

Caro futuro presidente, mi presento: sono Martino Bertocci, ho 18 anni e frequento il liceo classico a Firenze. Le scrivo, mentre si compiono i giochi delle forze politiche per la sua elezione, perché spero che in un tempo di instabilità e crisi lei possa indirizzare l’azione della classe politica a favore dei ragazzi come me, che hanno vissuto un momento difficile, traumatico. A questo proposito mi torna in mente il libro “A un giovane italiano” di Carlo Azeglio Ciampi, in cui l’ex Presidente rivolge al suo ipotetico giovane lettore, con un tono amichevole, parole che rilette oggi alla luce della pandemia, risultano ancora attuali e pregnanti. Esorta i giovani alla riflessione sul mondo che li circonda e su i principi e i concetti chiave della nostra società.

Carlo Azeglio Ciampi prende spunto dalle sue vicende autobiografiche, per poi parlare di Europa e soprattutto di futuro. Inizia con l’essere giovani in un tempo difficile: fa riferimento al settembre del 1945, all’Italia che si trovava in una situazione di generale caos. "L’avere vent’anni o poco più fu il formidabile propellente che ci spinse a inventarci, giorno dopo giorno, il domani. Non è la straordinarietà di una pagina autobiografica, è il suo valore paradigmatico che mi ha suggerito di proportela: è un modo per invitarti a non mollare", scrive il compianto Presidente.

In mezzo alla tempesta attuale, queste parole sembrano scritte proprio per noi. Noi, di una generazione che ha sofferto durante la pandemia, che è stata privata delle principali relazioni sociali. Che vive le difficoltà di un tempo precario e che spesso si sente abbandonata dalla politica e dalle istituzioni. Certamente non abbiamo vissuto in un regime totalitario né la guerra o l’occupazione straniera, ma ci è stato negato il diritto alla felicità e limitato quello alla libertà per il bene comune. Non dobbiamo perdere la bussola dei "principi di libertà, solidarietà, equità, il rispetto dovuto alla dignità di ogni uomo, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle, dalla religione professata; sono i valori alla base della civiltà occidentale".

Sono valori a quali oggi più che mai dobbiamo ispirarci: siamo davanti ad una terribile pandemia, è vero, che ha portato morte, disperazione, angoscia, preoccupazione. Ma la crisi è un punto di svolta e la tragedia più grande che ci possa essere sarebbe non riuscire a coglierla per un rinnovamento della società che faccia davvero dei valori elencati da Ciampi la sua stessa essenza. Se i ragazzi sono stati abbandonati dalle istituzioni, il testo di Ciampi esprime una fiducia estrema nelle nuove generazioni. Il libro è un abbraccio verso il lettore e ci motiva e conforta. Esprime una fiducia che si fa affetto nei confronti dei ragazzi e che sembra contrastare con il clima di sfiducia che si respira nei confronti della mia generazione.

Forti della consapevolezza del futuro che ci attende, senza perdere mai la speranza, spero che queste parole di riflessione e di stimolo valide anche per la crisi che stiamo attraversando, lei, futuro Presidente, le condivida e le faccia proprie.  

Martino Bertocci è studente del liceo classico "Machiavelli" di Firenze