Il sale, quel nemico-amico da prendere a piccole dosi

Un ingrediente della cucina il cui eccessivo consumo può nuocere alla salute. Ecco le alternative

Cibo & Benessere

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Firenze, 12 settembre 2017 - Il sale, cloruro di sodio, è indispensabile per la vita, su questo non c’è dubbio. L’eccessivo consumo di sale, però, comporta notevoli rischi per la salute e non solo per gli effetti sulla pressione del sangue.

La pressione tende ad aumentare con il consumo di sale per la maggior parte delle persone, ma non per tutte. Comunque, in base a tanti studi ben condotti e ripetuti, troppo sale aumenta chiaramente il rischio di morire per eventi cardiovascolari, come l’infarto e l’ictus.

L’eccessivo consumo di sale è legato anche al rischio di obesità, ad alcuni tipi di tumore, alla calcolosi renale e anche al peggioramento dei sintomi per chi soffre di malattie auto-immunitarie e artrosi.

In termini di economia, la riduzione del sale assorbito con l’alimentazione potrebbe produrre risparmi molto consistenti per la spesa sanitaria dei paesi occidentali, dell’ordine di miliardi di Euro, per i costi ridotti dell’assistenza sanitaria e sociale in base alla minore incidenza di malattie.

La scienza ci dice di non superare, per la popolazione in generale, i 5 grammi di sale al giorno, da ridurre a 3 grammi per chi soffre di pressione alta o ha già avuto problemi cardiovascolari. Da tener presente che nei paesi occidentali il consumo supera molto spesso i 10-15 grammi al giorno. Non è facile però misurare esattamente la quantità di sale nell’alimentazione quotidiana.

In pratica, per attenersi alle raccomandazioni, è necessario togliere la saliera dalla tavola e ridurne drasticamente l’uso durante la cottura e la preparazione del cibo. Gli alimenti contengono già il sale necessario senza alcuna aggiunta.

Certo che il sapore insipido non è gradito, ma è possibile abituarsi riducendo progressivamente l’uso del sale per dare tempo alle nostre papille gustative di abituarsi. Naturalmente andrebbe molto limitato il consumo di cibo particolarmente ricco di sodio, come gli insaccati e le carni conservate, snack e merendine, oltre a tutto il cibo dei fast food e a quello già pronto in buste o inscatolato.

Essenziale anche mangiare molta verdura, ortaggi, frutta e qualche noce al giorno, alimenti ricchi di potassio e magnesio, in grado di contrastare gli effetti del sale. Un’altra strategia fondamentale riguarda il miglioramento del sapore del cibo mediante un uso maggiore di condimenti che non contengono sale, come le spezie e le piante aromatiche.

Un rinnovato interesse per produrre da sé almeno parte dei propri pasti da consumare se possibile in compagnia, liberando la fantasia e riscoprendo il sapiente utilizzo degli aromi naturali. “Sale nella zucca”, più che sale in cucina nella preparazione delle pietanze.

Inoltre, se si utilizzano prodotti conservati sotto sale, come le acciughe o i capperi, è opportuno sciacquarli molto bene prima dell’utilizzo. E’ bene anche abituarsi a leggere sempre le etichette del cibo non fresco che acquistiamo.

La quantità di sale, anche espressa come cloruro di sodio, è sempre riportata.

Un’estesa campagna informativa sulla riduzione dell’assunzione di sale, da parte delle istituzioni sanitarie, è indispensabile e avrebbe effetti molto favorevoli per la salute di tutti. Sarebbero davvero soldi spesi bene, molto bene. Utilizzati per la salute, il benessere e il risparmio delle famiglie.

Tommaso Sarti, gastronomo

Armando Sarti, medico