La Spezia, 27 febbraio 2013 - C’è chi in una campagna elettorale praticamente ‘blindata’ ha investito decine di migliaia di euro per sottolineare il peso di posizioni guadagnate a tavolino, o nella migliore delle ipotesi, nel gioco, interno al partito, delle primarie. E c’è chi invece spariglia le carte con una dote di soli duemila euro, facendosi beffa degli apparati, delle riunioni fiume in segreteria, della coda fatta nell’anticamera degli studi televisivi per partecipare a noiosi talk-show. Niente contratti d’affitto per la sede del partito. Niente circoli di periferia, politici o para-politici. Niente tessera. Niente di niente.

Eccolo qua il volto dei grillini. Forse un po’ scarnito, come quello dei ragazzi dei quali si dice: “Su su, cresceranno”. Età media: 35 anni. Generazione: niente di scontato. Mezzi: propri. L’impiegata della porta accanto, l’architetto, il piccolo imprenditore, il libero professionista, l’assicuratore. Alcuni hanno alle spalle una precendente esperienza come candidati alle amministrative, i più sono alle prime armi. I numeri li hanno premiati.

Prima forza politica alla Camera su base regionale; 29% per Montecitorio e 27,7% per Palazzo Madama su base provinciale. Un exploit inconfutabile. Eppure, usciti vincitori morali dalle urne, i grillini della Spezia non hanno certamente le carte in regola per esultare. Le maglie asfittiche della legge elettorale, con il sistema incrociato per il conteggio dei resti e del quorum, hanno bruciato ogni legittima aspettativa. Quelle del lericino Fabio Vistori, che, terzo in lista per il Senato, aveva già capito l’antifona nel tardo pomeriggio di lunedì. E quelle del vezzanese Paolo Ricci, che, orecchiati i risultati ottenuti dal Movimento a livello nazionale, ieri mattina si è visto sfilare da sotto la poltrona di deputato quando ormai la conta sembrava fatta. I diretti interessati ostentano indifferenza, ma i commenti raccolti tra candidati e simpatizzanti delle “5 Stelle” sono brucianti.  "In Senato siedono degli abusivi". "Siamo stati penalizzati da una legge assurda e paradossale. Una situazione vergognosa".

Eppure ieri sera alle 9 erano tutti in piazza Concordia, al "Mandarinchino". A festeggiare? Forse, ma soltanto in parte. I più si sono dati appuntamento per raccogliere le idee, dopo una giornata passata ciascuno nel proprio ufficio, impegnato sulle proprie carte. E in mancanza di una sede - "A volte pensiamo che un buco per ritrovarci sarebbe una buona cosa, ma fare i “vagabondi” alla fine è il nostro punto di forza" - hanno optato per la pizzeria “bazzicata” nei giorni della campagna.

Una sbicchierata, quattro chiacchiere, il ricordo dei momenti clou dell’avventura elettorale. Un viaggio low-cost che molti hanno bollato come "improvvisato", ma che in realtà è nato dal felice accostamento tra il tradizionale e diretto contatto con la gente e l’accesso alle più moderne tecnologie: il web, lo streming, la diretta con i comizi del leader. Tutto all’insegna del risparmio. I volantini sono arrivati direttamente da Genova. Per le riunioni i grillini spezzini si sono fatti bastare la pizzeria di piazza Concordia e, in alcuni occasioni, pure l’ufficio di Gianni Bonati, imprenditore della nautica e candidato alla Camera.

Il camper per il mini-tour nei borghi della Provincia lo ha messo a disposizione, gratuitamente, un simpatizzante, che ha pagato di tasca propria anche una parte della benzina. Portatile e webcam per le riprese dei comizi li ha garantiti il candidato lericino Fabio Vistori, esperto di informatica. Un fai-da-te capace di trasformare la necessità in virtù, la mancanza di mezzi in un manifesto programmatico di indipendenza. Il resto, veramente poca cosa, è stato raccolto attraverso il meccanismo delle sottoscrizioni e con un classico della politica che fu: tre giorni di sagra sulle colline di Falconara a distribuire la grigliata condita con maglie e spillette. Sottotitolo: "Fidatevi di noi. O almeno provateci".