Filetto (Lunigiana), 16 ottobre 2010 - Dieci opere che leggono quella che lei chiama «la lingua dei muri», la interpretano e oltre il muro guardano alla ricerca di una forma di comunicazione «globale». Per raccontarla per la prima volta in Italia Aliza Olmert, artista interna e moglie dell’ex primo ministro israeliano, ha scelto il piccolo borgo medievale di Filetto, immerso nel verde e nel silenzio di quella Lunigiana che la sua amica giornalista e scrittrice Manuela Dviri su «Vanity Fair» ha ribattezzato la «terra promessa».

 

Lì, a Filetto, l’arte di Aliza Olmert ha incontrato la passione vulcanica di Germana Cavalli, antiquaria e gallerista con i piedi ben piantati nella sua Lunigiana e la testa nel mondo, ed ha scelto proprio la sua casa-torre trasformata in una galleria dove con straordinaria leggerezza si mescolano arte, storia e quotidianità per la sua prima mostra italiana. Per la casa-galleria era il terzo appuntamento con il ciclo «Women in Love» che aveva già portato a Filetto le copie uniche dell’«Avanti della Domenica» e Silvia Beltrami, una delle migliori artiste emergenti del panorama contemporaneo. «Walls» è il titolo che per quasi due mesi, da luglio a settembre, ha racchiuso le dieci opere di Aliza Olmert. Ma lei oggi tornerà a Filetto per il «finissage» della sua mostra e nel week-end la casa-galleria Cavalli concederà un’apertura straordinaria, gli ultimi due giorni per vedere le opere di un’artista che usa pittura, scultura, assemblaggi, installazioni, fotografie per dare forma ad un linguaggio originale. I dieci quadri in mostra sono un interessante esperimento di trasfigurazione formale dei linguaggi urbani.

 

Aliza Olmert fa propri i «messaggi» lasciati sui muri delle città, li manipola al computer, li interpreta e attraverso di loro rende leggibile il suo sguardo mai distaccato sul mondo e sulla società. Uno sguardo che la Lunigiana, per i lunigianesi così «fuori dal mondo», ha conquistato. Questa terra dove tutto sembra immobile ha prima affascinato Manuela Dviri, giornalista e scrittrice nata a Padova e trasferita in Israele a 19 anni che tre anni fa ha trovato nel piccolo borgo di Virgoletta la sua casa italiana, rifugio dei periodi di riposo, terra dove dalla finestra può guardare serena i suoi nipoti giocare in piazza. Così ha gettato un ponte tra la Lunigiana e Israele, ha portato qui Aliza Olmert, il marito, moltissimi amici «internazionali».

 

Il legame si rinsalderà domani, domenica, quando al teatro della Rosa di Pontremoli alle 16 presenterà il «Premio dell’amore» promosso dalla fondazione Empowerment Community Network onlus. Premio che vuole segnalare quanti sono riusciti a passare «Oltre i muri», Manuela Bondielli, madre capace di trasformare la grave malattia della figlia in solidarietà portando gli «Amici di Elsa» proprio in Israele, dove sta formando operatori per i bambini disabili. Insiema alla stessa Aliza Olmer che ha un impegno fatto non solo di arte. Info: 335/5618158.