La Spezia, 4 aprile 2014 - UNO sparo, sentito dai colleghi; la corsa, frenetica, da una stanza all’altra per capire cosa fosse successo. E poi, l’agghiacciante scoperta, che ha gettato nel dramma l’intera caserma dei carabinieri.

E’ lì che ieri pomeriggio, un appuntato 35enne ha deciso di porre fine alla propria vita, sparandosi con l’arma d’ordinanza. Mancavano pochi minuti alle 19, quando il militare si è presentato in caserma, dove prestava servizio da diverso tempo. Non doveva neppure esserci: era in licenza. Tutto è successo in pochi attimi. Il 35enne ha salutato qualche collega, per poi mettere in atto i suoi tragici propositi. Si è diretto verso gli spogliatoi.

Ha atteso l’uscita dei compagni. Si è avvolto un giubbotto alla testa, forse per attutire il rumore dello sparo. Poi, ha estratto la pistola dalla fondina, e ha fatto fuoco. E’ morto sul colpo, l’appuntato, nonostante i tentativi disperati dei primi militari che avevano sentito il boato e che si erano diretti immediatamente sul luogo della tragedia. Hanno provato a rianimarlo, e a chiamare i soccorritori del 118. Tutto inutile. Il medico di turno non ha potuto fare altro che constatare il decesso, tra lo sconforto e l’incredulità dei colleghi. Il 35enne, nativo di Cascina in provincia di Pisa, ma da anni trapiantato nella nostra provincia – era residente in un paese della Val di Magra – dove ha prestato servizio in diverse stazioni dell’Arma per poi approdare alla Spezia, lascia la compagna e un figlio di pochi anni. Ignote le cause che hanno spinto il militare a togliersi la vita.

In questi ultimi giorni il suo comportamento non aveva fatto presagire lo stato di malessere interiore sfociato poi nel gesto estremo. Proprio per capire i motivi di quanto successo, è stata immediatamente aperta un’indagine, coordinata dal pubblico ministero Giovanni Maddaleni, che ha disposto l’autopsia sul corpo del militare. Già ieri sera, nella caserma, sono stati ascoltati alcuni colleghi e familiari dell’uomo, le cui testimonianze potrebbero fare luce sul dramma. Di sicuro, così come affermato dal comando provinciale dell’Arma, a carico del 35enne non c’era alcun procedimento disciplinare – mai un comportamento sopra le righe, assicurano i suoi superiori – e dunque con tutta probabilità le cause sarebbero da ricercare nella sfera personale. La tragica notizia si è immediatamente diffusa negli ambienti militari e non, gettando amici e parenti nella disperazione. La salma è stata trasportata all’obitorio del Sant’Andrea, a disposizione dell’autorità giudiziaria.