La Spezia, 31 ottobre 2013 - Parte in salita la campagna di vaccinazione anti-influenza. I medici di base hanno annunciato il loro no ai trattamenti di contrasto al virus, fatta eccezione per i casi più gravi, riguardanti pazienti che non possono muoversi da casa.

La prevenzione della malattia di stagione rischia ora di affollare le strutture pubbliche oppure costringere in molti casi i cittadini ad acquistare direttamente il vaccino in farmacia. Ancora una volta i medici di base non hanno avuto rassicurazione dall’Asl 5 sulla copertura assicurativa nel caso di episodi di reazioni avverse al vaccino. Il problema si ripropone per il secondo anno. Nel 2012 infatti la Regione aveva deciso di rimborsare direttamente gli eventuali danni riportati dai suoi pazienti, tagliando i costi dei premi assicurativo pagati dalle Asl. Un’organizzazione che, secondo i medici di famiglia, offre ampi margini di garanzia ai dipendenti, ma non ai liberi professionisti che lavorano in regime di convenzione.

In altri termini, il medico di famiglia sarebbe costretto a rispondere in proprio dei danni legati agli effetti collaterali, seppur rari, del vaccino (con il rischio di averne nel groppone anche l’onere patrimoniale, fatto salvo un’eventuale diritto di rivalsa). Non solo. Secondo i medici di base la certezza di una copertura assicurativa diretta sarebbe anche una forma di tutela nei confronti del cittadino in caso di reazioni al vaccino.

E’ chiaro che l’invito dei sindacati dei medici di base non rappresenta un vincolo e ogni professionista sarà libero di agire secondo coscienza. Questo non toglie che l’astensione parziale dalla campagna di vaccinazione non abbia ripercussioni sull’organizzazione del servizio negli ambulatori di igiene e sanità pubblica in città e in tutta la provincia. La decisione definitiva verrà presa oggi a conclusione del comitato aziendale per la medicina generale. Allo stesso tavolo discuteranno i dirigenti Asl e le organizzioni dei medici di medicina generale. Sarà citato da parte di questi ultimi il caso di un medico di base, al quale è stato chiesto un cospicuo risarcimento per sospetto danno procurato da vaccino influenzale. Il caso è diventato una querelle giudiziaria che dura da tre anni.


Manrico Parma