La Spezia, 10 dicembre 2012 - HANNO resistito per tre ore, tentando di ripararsi con cappotto e guanti dal freddo gelido che opprimeva le aule, prima di dire «basta» e mettere in atto una protesta silenziosa quanto fragorosa. Insegnanti, studenti e preside dell’Einaudi ieri mattina alle 11 hanno abbandonato la scuola. Evacuata per freddo. Impossibile, in quelle condizioni, continuare a garantire l’attività didattica. E’ bastato un calo di pressione della calderina per far salire la temperatura d’animo di chi, con quei disagi, è costretto a convivere da tempo. All’Einaudi ogni lunedì è la stessa storia: così i 335 alunni dell’istituto professionale hanno abbandonato la scuola, di concerto con il preside Generoso Cardinale. Alcuni di loro, in delegazione, sono andati a bussare alla porta della Provincia. Volevano rassicurazioni, hanno trovato comprensione e tasche vuote, quelle di un Ente che per garantire la manutenzione di quindici plessi scolastici quest’anno ha messo a bilancio 60mila euro. Una cifra con la quale difficilmente si riesce a garantire il diritto allo studio di migliaia di giovani. «Siamo consapevoli che la Provincia è strozzata dai tagli — spiega Michael Mazzola, rappresentante degli studenti dell’Einaudi — ma è anche vero che le istituzioni si stanno dimostrando sempre più sorde alle nostre richieste e alle nostre necessità. Studiare in queste condizioni è indecoroso, 60mila euro per la manutenzione delle scuole sono una cifra irrisoria, basta farsi un giro nei plessi per vedere in che stato sono. Quello della caldaia (il guasto è stato riparato già nella giornata di ieri; ndr) non è l’unico problema. Abbiamo bagni rotti da tempo, e siamo costretti a fare una colletta per pagarci uno spazio dove fare l’assemblea, visto che la Provincia non ci paga più neanche l’affitto del cinema. Dobbiamo pagarci anche quello che fino a poco tempo fa era un nostro diritto. Il nostro Preside si è adoperato molto per non farci mancare nulla, ma le istituzioni continueranno a fare muro saremo costretti a mettere in campo iniziative forti, anche l’occupazione». E proprio il dirigente dell’Einaudi-Chiodo, Generoso Cardinale, non le manda a dire. «Gli studenti hanno un elevato grado di sopportazione — incalza il dirigente soclastico —. Hanno atteso per tre ore, con pazienza e intelligenza, che arrivasse qualcuno della Provincia a sistemare le cose. Questi disagi penalizzano pesantemente l’attività didattica. L’istituto da anni si sta meritando l’etichetta di scuola all’avanguardia (è qui che sono stati consegnati 400 iPad agli studenti, ed è qui che da alcuni anni vige il registro elettronico per i voti e le assenze; ndr). Portare avanti i nostri progetti in queste condizioni è quantomeno indecoroso». Dal dirigente anche la proposta-provocazione: «Il nostro istituto sforna ogni anno esperti in elettronica e in meccanica, abbiamo creato un gruppo di manutenzione interna, ma la Provincia non ci dà l’autorizzazione a intervenire nella nostra scuola. Un paradosso ridicolo».
GLI studenti dell’Einaudi, quanto a disagi, sono in buona compagnia. Manutenzione e sicurezza sono concetti che mal si coniugano con gli istituti superiori spezzini. Lo afferma il tredicesimo rapporto «Ecosistema Scuola» stilato da Legambiente; lo ribadisce, a livello locale, Rifondazione comunista. I primi assegnano un allarmante decimo posto nella graduatoria del rischio, ovvero quella dell’esposizione degli edifici a pericoli ambientali interni ed esterni in una classifica che vede all’apice i più «malmessi», con La Spezia titolare di un poco lusinghiero 66esimo posto nella graduatoria generale delle condizioni scolastiche. I secondi da tempo vanno sottolineando le gravi carenze delle scuole spezzine. «All’Iti ci sono aule con buchi, al Liceo magistrale i laboratori sono utilizzati come aule ordinarie a causa della mancanza di spazi. Senza dimenticare le lacune sulla sicurezza e sul rischio sismico e statico» rincara Filippo Vergassola, responsabile scuola e università del Prc spezzino. «Diritto allo studio significa anche poter disporre di edifici scolastici all’altezza, e invece si costringono i ragazzi persino ad autotassarsi per fare le assemblee. La Provincia ormai si sta abituando a tagliare e a dare solidarietà quando ormai il danno è fatto. Noi siamo con gli studenti e con i presidi: la Provincia deve effettuare la mappatura degli edifici scolatici ed intervenire».
 

Matteo Marcello

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