La Spezia, 13 maggio 2012 - NELLA città di mare capita che le navi, per raggiungere il loro elemento naturale, debbano fare gimcane sulla terra ferma. Questione di linea costa satura, nella quale non c’è più spazio per nuovi cantieri navali. Questione di intraprendenza e tecnologie che permettono di effettuare vere e proprie acrobazie, là dove la produzione è ubicata a «monte». Una prova è venuta l’altra sera con le grandi manovre per trasferire al molo Pagliari, in vista del varo, nave «Magliano», un pattugliatore d’altura della Guardia Costiera fresco del refitting effettuato dalla Siman, il cantiere navale ubicato in via del Molo, di cui sono amministratore Antonio Enzo Maraglia e procuratore il figlio Fabrizio. E’ andato in scena un paesaggio da fantascienza, con la nave - 30 metri di lunghezza e 140 tonnellate di peso - impegnata a «navigare» nelle già strette arterie di via del Molo e viale San Bartolomeo, cavalcavia compreso. Due chilometri di passione.

«SEMBRAVANO gli effetti speciale di un film di Spielberg», dice un testimone. Tutto vero, invece. Uno spettacolo mozzafiato che non ha mancato di far venire qualche brivido ai Maraglia. «Abbiamo sudato freddo. Ma è stata l’ennesima soddisfazione: riuscire, nonostante la mancanza di uno sbocco a mare, a trasferire in esso le navi», dice Antonio Enzo. Nel caso specifico, la seconda di quattro unità del Corpo delle Capitanerie di Porto, classe 400, delle quali Siman ha vinto l’appalto per il refitting, sbaragliano la concorrenza nazionale. Il 29 maggio, al molo Pagliari, avrà luogo la cerimonia di consegna ufficiale delle due prime unità ’rigenerate’ (la CP 402 Nave Pennetti e la CP 404 Nave Magliano). Ci saranno i vertici del Ministero dei Trasporti, del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie e alcuni funzionari dell’Unione Europea che ha cofinanziato l’operazione di refitting. «In un momento in cui il lavoro, specialmente nell’ambito delle costruzioni e riparazioni navali, è estremamente difficile, la nostra azienda riesce a garantire direttamente l’occupazione a oltre 100 persone e a un indotto altrettanto ampio di aziende locali di piccole e medie dimensioni», dice Maraglia.
Il segreto? «Il know how e le tecnologie innovative poste alla base del lavoro e delle soluzioni costruttive. Fa specie, ad esempio, l’appalto vinto per il refitting di un’altra unità della Guardia Costiera, lunga 38 metri, con la propulsione diesel elettrica in grado di produrre energia solare grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici».

Negli ultimi dieci anni Siman ha costruito imbarcazioni che solcano non solo il Golfo spezzino ma anche le acque della laguna veneta, dei laghi (Garda, Maggiore, Iseo), dell’Albania e della Nigeria.
Oltrechè nei capannoni di via del Molo, la Siman risolve il problema della mancanza di uno sbocco a mare grazie alla Marina: «Diverse le commesse portate a termine con l’uso dei bacini dell’Arsenale, disponendone in via temporanea attraverso permute in lavori e servizi. Meno male che c’è la Marina...» conclude, grato, Maraglia.

di Corrado Ricci