La Spezia, 14 luglio 2010 - Ci sono voluti nove anni per tradurre l’idea in realtà; tre amministrazioni civiche, con la parentesi del commissario, hanno lavorato per dare forma e regole all’Area di Tutela Marina di Porto Venere - istituita nel 2001 dalla Regione Liguria e gestita dal Comune - con l’obiettivo primario di salvaguardare il tesoro ambientale che racchiude attraverso una fruizione regolamentata (che si risolverà anche anche in balzelli...).

 

L’oasi blu (vedi cartina) si sviluppa nel tratto di mare a sud ovest delle isole Palmaria, Tino e Tinetto e nello specchio acqueo soprastante la prateria di Posidonia presente nel canale di Porto Venere, dalla mezzeria verso l’isola. I vertici sono segnalati da boe gialle.

 


"Il regolamento non è un elenco di divieti ma un insieme di indicazioni per una gestione che punta alla tutela e alla valorizzazione di questo tratto di mare che rappresenta un patrimonio di tutto il Golfo". Così il vicesindaco Giovanni Pistone, responsabile politico del Parco, affiancato da Roberto Pomo, responsabile tecnico, nell’incontro svoltosi l’altra sera a palazzo civico per la presentazione pubbica del nuovo corso, col capitano Davide Oddone della Capitaneria di porto.

 

"Norme maturate - è stato detto - dopo un percorso di consultazioni nel territorio e con associazioni ’marine’ di varia natura". La soddisfazione dei residenti è diffusa, anche perché per essi l’amministrazione ha avuto un occhio di riguardo (unica voce fuori del coro quella di un’esponente dell’associazione Posidonea). Bisognerà capire quale sarà la reazione degli spezzini, soprattutto col debutto dell’area protetta non accompagnato (come era negli annunci) da un allentamento dei vincoli nella rada interna a ridosso della diga: il tavolo tecnico sembra in affanno nel rispettare la tabella di marcia.

 


Intanto, a doversi tenere alla larga dall’oasi marina portovenerese saranno solo le unità da diporto superiori a 24 metri. Per le unità più piccole, accesso garantito in ogni angolo dell’oasi (non esistono ad esempio riserve integrali come alle 5 Terre). Ma a varie condizioni, a cominciare dalla velocità massima consentita: 6 nodi; 3 nodi dovranno essere mantenuti per il raggiungimento e l’allontanamento dalle zone di ormeggio ed ancoraggio.

 

Anche qui, una disciplina puntuale, in relazione alla lunghezza delle barche. Le unità da diporto inferiori ai 10 metri - è questa è una norma destinata a suscitare gradimento sul fronte della nautica sociale - possono ancorare nello specchio acqueo fra Tino e Tinetto; non possono, però, ancorare tra Punta Beffettuccio e Punta Secca e nel tratto tra Capo dell’Isola e i limiti meridionali dell’area di tutela marina.

 

Specchio acqueo tra le isole del Tino e Tinetto, invece, interdetto all’ancoraggio delle unità superiori ai 10 metri; per esse, però, possibilità di ormeggio alle 12 boe rosse poste tra Tino eTinetto; ciò naturalmente a pagamento (5 euro i residenti, 10 i non residenti per l’interna giornata; costi dimezzati per mezza giornata). Anche le unità superiori ai 10 metri non possono ancorare tra Punta Beffettuccio e Punta Secca e nel tratto tra Capo dell’Isola e i limiti meridionali dell’oasi.

 


E veniamo alla pesca sportiva. La traina è consentita in tutta l’area di tutela marina. La pesca a bolentino, vietata nella fascia di mare di cento metri intorno alle isole Tino e Tinetto, è consentita oltre ai pescatori residenti e a 70 non residenti. Per esercitare l’hobby si dovrà essere in possesso di una autorizzazione rilasciata dal Parco.

 

In pratica, ogni giorno non potrà essere più di 70 il numero di pescatori non residenti impegnati nella pesca. "Si prevede un rilascio dei pass concertato con i Comuni della Spezia e Lerici e le associazioni, affinchè queste provvedano ad una distribuzione a rotazione" spiega Pomo.

 

Il balzello allo studio è di 'portata' annuale: 10 euro per i residenti; 100 per i non residenti. Strumenti consentiti per la pesca sportiva? Lenza e canne (massimo due attrezzi a persona); una fiocina, anche con l’ausilio di una fonte luminosa per imbarcazione (la lampara); una nassa per imbarcazione. Al bando le cianciole, di cui, all’incontro, sono state denunciate le incursioni nella rada esterna del golfo.

 


L’attività subacquea è consentita ai centri per l’immersione e ai singoli autorizzati dal Parco. Per ogni sito d’immersione è consentito un numero massimo di ventotto sub in contemporanea (comprese le eventuali guide). I centri per l’immersione autorizzati devono compilare, per ogni immersione, un apposito registro su cui indicare: data, sito, dati dei partecipanti ed eventuali guide.

 

Un canone annuale è previsto in relazione a numero e lunghezza delle barche-appoggio per Diving center e associazioni (da 100 euro a 170); immersioni individuali: 10 euro per l’autorizzazione annuale ai residenti e, per i non residenti, 5 euro per autorizzazioni settimanali, 15 mensili, 50 annuali.