{{IMG_SX}}La Spezia, 13 gennaio 2009 - La crisi economica morde, il settore delle lavatrici è in affanno e la San Giorgio resta sul terreno. Il nuovo anno inizia sotto una cattiva stella per l’industria spezzina: la storica fabbrica di elettrodomestici chiude i battenti. Vivono un dramma 147 lavoratori, candidati a ingrossare gli elenchi della mobilità e altrettante famiglie che resteranno senza stipendio.

 

Sessant’anni di storia se ne vanno con un colpo di spugna deciso a Brescia, sede della Sp.el. (Spezzina elettrodomestici), società che ha ereditato la bandiera della gloriosa San Giorgio sotto la guida dell’industriale Paolo Nocivelli. Ieri alle 11 Confindustria ha comunicato alle associazioni sindacali l’avvio delle procedure di mobilità per tutto il personale. Lo ha fatto rimbalzando le informazioni che prevenivano dalla Sp.el.: la partenza delle lettere per l’azzeramento del personale e per la chiusura dei battenti dello stabilimento.

 

Uno schiaffo che ha offeso la città, il sindacato, le istituzioni, i lavoratori. Paolo Nocivelli ha giocato d’anticipo, contrariamente alle attese. L’industriale aveva chiesto e ottenuto un periodo di cassa integrazione per tutti i dipendenti dalla prima settimana di gennaio fino al 2 febbraio. Di più. Si era preso l’impegno, in un vertice tenuto a dicembre, di comunicare ai rappresentanti delle istituzioni (Comune, Provincia e Regione), entro la fine di questo mese, il risultato delle trattative per un’eventuale partneship finanziaria e industriale con società dell’est asiatico. Qualcosa non è andato per il verso giusto? La mossa era premeditata? Questa mattina se ne saprà di più: quando sul tavolo dei sindacati arriveranno le raccomandate della Sp.el.

 

Il sindacato metalmeccanico è già in agitazione. Ieri alle 16 ha annunciato l’assemblea permanente fuori dai cancelli della fabbrica a partire da oggi alle 10. Alle 18 l’incontro in Provincia con le amministrazioni. Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto e ottenuto la nascita di un Comitato di crisi che seguirà l’evolversi della situazione. Sono settantacinque i giorni di tempo per scongiurare la chiusura della San Giorgio e trovare un nuovo assetto imprenditoriale alla fabbrica. Un momento difficile, sul filo del rasoio. La fabbrica di lavatrici lo ha già vissuto nel 2001 quando incappò nel crollo finanziario del gruppo Moulinex-Brandt. L’arrivo di Nocivelli aveva ridato fiato alla speranza. Ma a fine 2008, si era riunito d’urgenza il consiglio comunale, proprio per affrontare il gravissimo rischio di chiusura dello stabilimento.

 

La San Giorgio da anni versava in difficoltà. Durante l’ultima crisi aveva dovuto fare a meno del suo prestigioso marchio. Pino Ricciardi, ex presidentede della Provincia, ed ex dipendente della San Giorgio, sottolinea: "L’errore più grave è stato quello di aver abbandonato il livello di qualità". Walter Andreetti segretario generale della Uil prepara la battaglia: "I casi Acam, Nora e San Giorgio ci spingono verso lo sciopero generale".