Violenza sessuale su una tredicenne, sotto processo il vicino di casa

Il sospetto dell’abuso maturato da una prof durante una gita scolastica

violenza sui minori (foto d'archivio)

violenza sui minori (foto d'archivio)

La Spezia, 16 maggio 2016 - L'inchiesta era nata grazie allo scrupolo e all’orecchio lungo di una professoressa di scuola media che, senza farsi accorgere, dopo aver carpito strane espressioni di meraviglia fra i suoi allievi, aveva marcato il loro confabulare sospetto, senza farsi accorgere. Alcuni studenti, in gita scolastica, pendevano dalle labbra di una ragazza. Lei da un lato sembrava pavoneggiarsi per le attenzioni particolari di cui era stata oggetto da parte del vicino di casa – un trentenne – dall’altra sembrava aver maturato la consapevolezza di essere stata vittima di avances proibite, pentita di aver ceduto a quella che, per lei, si era risolta in una sorta di iniziazione al sesso, fuori dai percorsi naturali e dalla legge.

La professoressa aveva ritenuto opportuno informare i genitori. Questi caddero dalle nuvole. E, con garbo, tenendo coperta la ’fonte’, sollecitarono la figlia a confidarsi, facendo leva sulla stranezza delle strane gentilezze del vicino di casa: sorrisi e premure ben oltre l’ammissibile. La ragazza, messa alle strette, ha ammesso il rapporto sessuale.

L’uomo dopo averla fatta entrare in casa con una scusa le avrebbe toccato le parti intime per poi spogliarla e consumare un rapporto. E’ questa la sintetica ricostruzione dei fatti contenuta nel capo di imputazione per violenza sessuale – con l’aggravante di aver commesso la stessa su una minore di età inferiore ai 14 anni – contestato al trentenne. Questo, da quando ha saputo di essere finito sotto inchiesta, ha abbandonato l’abitazione.

Ma la notifica della citazione è andata in porto. Il 26 giugno prossimo dovrà comparire davanti al giudice dell’udienza preliminare per difendersi dagli addebiti, risalenti all’autunno di due anni fa. Nessun dubbio per il pm Federica Mariucci – che ha coordinato l’inchiesta, sviluppata dagli investigatori della Polizia di Stato specializzati nella tutela dei minori – sulla sua responsabilità penale. La prova regina, oltre ai verbali di sommarie informazioni raccolte dagli inquirenti che hanno ascoltato genitori, professorezza e compagni di classe, è data dal racconto della ragazzina ascoltata nelle forme dell’incidente probatorio, nell’aula delle audizioni protette, con l’assistenza di una psicologa che l’ha messa a suo agio e ha fatto da ’cerniera’ alle domande del pm Mariucci, dell’avvocato difensore Katia Acquaro e degli avvocati di parte offesa, Sabrina Romagnoli e Andrea Monaci. La ragazza, ha certificato la psicologa, è apparsa credibile.