Un cammino molto simile tra Motta e Italiano

Se c’è un aspetto che mister Thiago Motta (foto) ha ricercato a più riprese è la coesione del gruppo nel rispetto dei principi della meritocrazia. C’è una frase, da lui pronunciata, che è una sorta di dogma non trattabile: "Quello che mi aspetto dai miei giocatori è che diano tutto quello che hanno, se un atleta ha il dieci per cento delle possibilità deve dare il dieci per cento, se uno ha il cento per cento e dà il 95 per cento per me non va bene. Tutti devono dare il massimo". Il tecnico nel perseguire la sua filosofia dura, efficace e mai abiurata, in un percorso ad ostacoli non privo di frizioni, ha ora raggiunto una condivisione quasi generalizzata da parte dei protagonisti del suo obiettivo: gioca chi lo merita. Si è, conseguentemente, creato un gruppo coeso, "fantastico" per dirla alla Motta, "che ha saputo affrontare al meglio i momenti difficili". Inevitabili, in tal senso, le analogie con lo Spezia della scorsa stagione, quando Italiano mise il collettivo alla base del miracolo, con somiglianze avvertibili anche sul piano dei risultati. Lo scorso anno, alla 22° giornata, lo Spezia vinse al ‘Picco’ contro il Milan, attestandosi al 13° posto in classifica con 24 punti. Sei le vittorie conseguite, sei i pareggi e dieci le sconfitte. Parallelamente, sempre alla 22° giornata, i bianchi di Motta hanno nuovamente battuto il Milan salendo al 15° posto in classifica a 22 punti, con sei vittorie, quattro pareggi e dodici sconfitte. Un cammino, dunque, similare visto che lo Spezia di Motta è in ritardo di soli due punti dallo Spezia ‘rivelazione’ di Italiano. Un po’ meglio la differenza reti della squadra di Italiano (-8) rispetto a quella di Motta (-19): 30 i gol realizzati da Saponara & C. contro i 23 di Antiste & C., 38 quelli subiti rispetto ai 42 incassati fino ad ora da Provedel. Nello scorso campionato il margine di vantaggio sulla squadra terz’ultima in classifica, il Cagliari, era di nove punti; ora di sei punti. Di sicuro la squadra allenata da Italiano era più esperta, visto che l’età media era di 25,1 contro i 24,1 di quella di Motta.

Fabio Bernardini