Tanti infortuni, il turnover sarà ridotto all’osso

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Siamo appena al quarto chilometro di una maratona, ma l’elenco degli indisponibili in casa Spezia si allunga in modo preoccupante. Con Leo Sena, che non ha neppure cominciato in attesa di recuperare l’idoneità agonistica dopo le complicanze del Covid, da domani sera contro la Juventus e comunque per periodi più o meno lunghi la squadra dovrà fare a meno di Erlic, Colley e Reca, tutti fermi per lesioni muscolari, nonché Agudelo, fratturatosi a un dito del piede. Cinque assenti per i quali, a parte Sena, non possiamo parlare di sfortuna, ma del fatto che la serie A, di anno in anno, come tutti i campionati più importanti, sta diventando sempre più usurante, dominata dal Moloch televisivo senza alcun riguardo per la salute degli atleti, visto che si gioca ad ogni orario, con qualsiasi condizione atmosferica, dalla canicola delle 15 in piena estate al gelo delle notturne invernali al Nord, in barba ad ogni logica che non sia quella del mero profitto. In tutto questo Thiago Motta ha già dimostrato notevoli capacità di adattamento, sapendo cambiar pelle nel corso di una partita in base alle esigenze e allo stato di forma dei suoi, in questo distinguendosi molto dal suo predecessore, che solo in casi eccezionali derogava al suo 4-3-3. I quattro terzini disponibili hanno giocato tutti dall’inizio a Venezia, con Ferrer e Sala (un giocatore rigenerato e in fiducia rispetto all’anno scorso) a centrocampo e il turbo-Bastoni di queste settimane e Amian nei loro ruoli canonici. Il finale a ranghi iperoffensivi di Venezia si spiega in parte con la volontà di vincere, ma anche per la mancanza di alternative in altri ruoli. Tutto bene? No, non vorremmo che la vittoria di domenica nascondesse le magagne. Intanto perché in rosa non sono pochi i giocatori che al momento non sono in condizione, da Nzola, ancora indietro, ai giovani Sher e Strelec, mandati in Primavera a prendere confidenza e minutaggio con una realtà molto più competitiva di quella da cui provengono. Le conseguenze a breve termine sono una squadra dal turnover ridotto all’osso contro due corazzate che potranno ruotare nel loro organico senza intaccare la qualità. Ma anche a gioco lungo appare evidente che questa squadra sia da integrare, nel numero e soprattutto nell’esperienza: almeno due innesti sono doverosi, un difensore centrale e un centrocampista. Senza attendere troppo, anche perché bisognerà dare ai nuovi il tempo di ingranare. A maggior ragione se la Fifa confermerà il blocco al mercato. Mirco Giorgi