Punto guadagnato oppure due persi? E’ mancata la fortuna

Un punto guadagnato o due persi? Sono valide entrambe le opzioni. La fortuna non è stata amica: nove volte su dieci la deviazione sul tiro di Estevez finisce dentro, Sepe è fuori causa sul terzo palo di Verde. E poi Gyasi non arriva di un nulla a deviare un gol sicuro, Verde poco prima del palo spreca una buona occasione: il terzo gol avrebbe chiuso i giochi. D’altro canto, in un primo tempo dominato dallo Spezia, il Parma segna e sfiora il pari poco prima dell’intervallo; nella ripresa, dopo i tre pali, gli emiliani mettono tre volte l’uomo davanti alla porta e non sempre ci sarà un fiacco Karamoh davanti al pur bravo Provedel. Nei gol presi c’è la poca fisicità di questa squadra, che paga le palle inattive che concede: una costante da limitare. Sul primo gol Kurtic è devastante, con Gagliolo pronto a ribadire in mezzo a tre uomini fermi. Sul rigore Cornelius di puro fisico induce Terzi a un fallo figlio dell’appannamento di fine partita. Italiano aggira i limiti con un’idea di gioco propositiva, battagliera, non certo da timida neopromossa. Con un immenso Nzola, sul quale chi scrive non pensava potesse essere così devastante a questi livelli. Solo che appena cala l’intensità le occasioni per gli avversari fioccano. Per ora godiamoci questo vascello corsaro, capace di esprimere un gran gioco a prescindere dalle troppe assenze (oggi 12). Si pensi a Bastoni, sua la pennellata sulla testa di Chabot, autore di alcune iniziative degne dell’attaccante che fu a livello giovanile, ma anche bravo in fase difensiva a non mollare mai, o a Bartolomei, trascinatore ritrovato decisivo nel secondo gol, o agli esordienti Agoumé ed Estevez che hanno fatto intuire del buono. Giocando così, la carne dell’Aquilotto resterà indigesta a molti. Basterà per salvarsi?

Mirco Giorgi