Non tutte le volte si riesce ad andare oltre i propri limiti

Perdere in casa del Sassuolo ci sta, contro una squadra che nelle ultime otto giornate viaggia ai ritmi del Napoli. Il problema è che per fare punti bisogna spingersi sempre molto oltre i propri limiti e questo non sempre riesce. Lo sviluppo tecnico e organizzativo di questi tre anni di A è stato insufficiente, nasconderlo non è onesto. Alla squadra non si può rimproverare molto: è piaciuto il primo tempo, giocato con grande piglio, installandosi stabilmente nella metà campo avversaria. Il limite però è netto: un gran prodigarsi privo di pericolosità, mentre ai padroni di casa basta giochicchiare per ottenere due palle gol nitide, clamorosa quella di Henrique, con Dragowski letteralmente graziato. Semplici ha rivitalizzato un gruppo che era a terra, ha ridato coraggio a giocatori come Maldini che sembravano persi, ma per i miracoli bisogna attrezzarsi. Già nei primi minuti della ripresa la squadra pagava lo sforzo del primo tempo, il Sassuolo cresceva e il gol era la logica conseguenza. Niente da dire sul rigore, netto, anzi qualcosa sì: non è piaciuta la sensazione di "on demand", su impulso particolare di Berardi. A conferma delle deficienze strutturali, la differenza enorme di qualità dei cambi: da una parte Frattesi, Defrel, Bajrami, Harroui, tutti potenziali titolari in maglia bianca, come d’altra parte lo era Marchizza due anni fa, dall’altra l’uscita di Ekdal e Maldini per Esposito e Zurkowski ha fatto subito calare il livello e il gol è arrivato a breve. Generoso ma poco lucido il forcing finale, con Verde e Shomurodov da recuperare alla causa vista la squalifica di Nzola, ieri ancora cotto per le fatiche di Ercole contro l’Inter, dopo la sosta.

Mirco Giorgi