Motta ’risorge’ nei momenti più difficili

Massimo

Benedetti

Se c’era un complotto per far retrocedere le Aquile, cosa a cui non abbiamo mai creduto, devono mettersi l’animo in pace. Lo Spezia si è salvato con i propri mezzi, vincendo meritatamente a Udine anche al di là del punteggio di 3-2. E oggi Genoa e Cagliari possono fare quello che gli pare. Lo Spezia saluta la truppa delle squadre che cercano la salvezza e, come la scorsa stagione, la ottiene a una giornata dalla fine. Domenica col Napoli al ’Picco’ sarà una festa, senza patemi d’animo.

La ’Dacia Arena’ è l’alfa e l’omega: lì c’era stata la prima vittoria in serie A e sempre lì è arrivata la salvezza per il secondo anno consecutivo. Thiago Motta è come l’Araba Fenice, risorge sempre nei momenti più difficili. Ha centrato un’altra vittoria in trasferta decisiva come quelle di Napoli, Genova e a San Siro col Milan. Lo Spezia sapeva che anche con un pari a Udine, per la classifica avulsa, sarebbe stato salvo. Quando Vicario, a sei minuti dalla fine, ha parato il rigore di Perotti blindando il pari tra Empoli e Salernitana, si è iniziato a capire che il pomeriggio sarebbe stato propizio per i colori bianchi. E la società, scaramanticamente, ha fatto bene ad utilizzare la maglia nera e non quella arancione che aveva sempre portato sfortuna: tutte sconfitte. In nero, invece, lo Spezia aveva vinto a Napoli... Il resto lo hanno fatto i giocatori, con una prestazione grintosa e determinata, nonostante lo svantaggio iniziale. Ma la voglia di fare risultato tra le due squadre era troppo diversa e i gol di Verde e Gyasi, propiziati da Ferrer, e Maggiore lo hanno dimostrato. Siamo contenti per Gyasi che ha avuto l’occasione di rifarsi dopo che contro l’Atalanta si era disperato per aver fallito il 2-2. E per Bertola che ha debuttato in serie A. Motta ha avuto il coraggio di buttarlo nella mischia e il ragazzo lo ha ripagato subito con un intervento da veterano.