Macia: "Il progetto dei Platek è ambizioso"

Il dg dell’area tecnica dello Spezia è ancora più esplicito: "Negli anni a venire puntiamo a consolidarci nella parte sinistra della classifica"

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di Fabio Bernardini

Se è vero che l’umiltà è la virtù dei forti, il neo direttore generale dell’area tecnica dello Spezia Eduardo Macia è sicuramente un uomo che incarna questa qualità. Con l’aggiunta di altre doti: la competenza, l’ambizione, il coraggio, la semplicità, l’affabilità. Macia, a dispetto del suo curriculum prestigioso che lo ha visto lavorare in club come il Valencia, il Liverpool, l’Olimpiakos, la Fiorentina, il Bordeaux, ha deciso di mettersi in gioco in una nuova e affascinante sfida alla guida di un club piccolo come lo Spezia.

"Ho avuto la fortuna di lavorare in grandi società – ha affermato –, ho conosciuto quel mondo, ora mi cimenterò nel club aquilotto in un progetto diverso, che mi piace moltissimo. Il progetto dei Platek mi fa impazzire, hanno l’ambizione di far crescere lo Spezia restando con i piedi per terra. Per me è un’opportunità stimolante contribuire a costruire il futuro di questo sodalizio elevandone il pedegree".

Direttore Macia, quattro anni di contratto con il club bianco, quale obiettivo si è dato?

"Sta a noi decidere dove vogliamo arrivare e sfoderare la personalità per arrivarci. La proprietà ha un progetto di crescita sostenibile, dobbiamo sognare ma stando attaccati alla realtà. Il primo passo è quello di consolidare la massima serie, non arrivando a salvarci all’ultima giornata. A seguire entrare nel lotto delle prime dodici squadre del campionato, per poi realizzare il terzo step che riguarda il posizionamento stabile dello Spezia nella parte sinistra della classifica".

La strategia di lavoro sarà la stessa di quella applicata nei grandi club dove ha lavorato?

"Lo Spezia è una realtà piccola, ma non dobbiamo ragionare nell’ottica del piccolo club. Ovviamente, quando si arriva in un club occorre capirne le sue peculiarità, le caratteristiche della piazza e fare un calcio in linea con queste condizioni".

A gennaio interverrete sul mercato?

"L’obiettivo è migliorare, alzare l’asticella della qualità".

Possibile il ricorso al mercato degli svincolati?

"Occorre analizzare bene le dinamiche, i giocatori che ora sono fermi in linea di massima è perché chiedono molti soldi".

Ha parlato di progetto sostenibile, il che significa che qualche cessione propedeutica agli acquisti vi sarà, specie nel mercato estivo?

"In linea generale l’idea è di vendere al massimo due giocatori per poi rinvestire i proventi in altri atleti di valore. Non dobbiamo assolutamente vendere dieci giocatori. Il prestigio di un club dipende anche dai giocatori che si riesce a piazzare nelle grandi società. Un occhio attento sarà verso i giovani la cui crescita dipenderà anche da chi hanno accanto, in particolare atleti che capiscono di calcio, con un elevato livello di intelligenza e capacità di leadership. I quali, per inciso, possono essere anche giovani, non necessariamente esperti".

Crede nella fidelizzazione di giocatori bandiera?

"Le squadre si costruiscono tenendo giocatori motivati. Credo nelle ‘bandiere’ competitive, nei calciatori ambiziosi. Nella mia squadra ideale non devono esserci giocatori adagiati sul presente, serve la competitività. Non possiamo commettere errori in termini di personalità, un club deve pagare i suoi atleti per i piedi ma anche per la testa".

Mister Gotti?

"È un allenatore molto bravo, metodico. Gli ho parlato e gli ho espresso la mia fiducia".

Le sue impressioni sulla squadra attuale?

"Può crescere ancora tanto, i giocatori non devono mai accontentarsi".

Il settore giovanile?

"È importantissimo, fa parte della stessa società, apporta sostenibilità e senso di appartenenza".

Conosce il ‘Picco’ e il pubblico aquilotto?

"Sono già stato molte volte in questo stadio in passato. Una piazza calda, fatta di gente che lavora. Ai ragazzi che dirottai allo Spezia, uno su tutti Marko Bakic, sottolineavo sempre questo aspetto. I tifosi spezzini assomigliano a quelli del Liverpool, le città e le persone hanno similitudini: il porto, la passione, il calore, l’orgoglio".