Lo Spezia ha pagato il calo di intensità E gli errori dei singoli

Il Sassuolo si è dimostrato un ottimo professore di serie A. Superiore in tutte le fasi, forte di un collettivo identico rispetto alla scorsa stagione, con individualità di spicco. Pur sovrastato, lo Spezia però non esce umiliato, tenuto conto del grande ritardo con cui ha costruito una rosa ancora incompleta e ieri priva di parecchi interpreti. Finché è riuscito a stare corto, aiutando la fase difensiva a pieno organico, è riuscito a stare in partita, con coraggio, facendo bene una cosa da A: segnare al primo errore dell’avversario, Chiriches che lascia solo Galabinov. Ma appena è calata l’intensità, subito dopo l’intervallo, è arrivato lo tsunami neroverde. La partita ha ribadito regole auree della A: si attacca e si difende a pieno organico, si cercano i punti deboli dell’avversario per poi colpirli implacabilmente, vince chi fa meno errori, l’intensità deve essere sempre al massimo. Ha impressionato il gioco totale del Sassuolo, con Defrel punta arretrata e regista avanzato che è stato di difficilissima interpretazione per i nostri centrali. Notevole la capacità di gestire il pallone con lunghi e rapidi fraseggi (il dato dei passaggi è illuminante: 580 contro 260), alla ricerca della falla altrui.

Ma tutti i gol nascono da errori individuali: bravo Djuricic nel primo, ma Sala legge in ritardo il movimento, recupera in affanno e si fa trafiggere in tunnel; centrali portati a spasso da Caputo sul rigore, grave errore in uscita di Dell’Orco nel terzo, Caputo indisturbato in area sul corner del quarto. Un solo appunto al mister: cinque sostituzioni cambiano le partite, non bisogna indugiare. Agudelo e Pobega, ad esempio, andavano tolti prima.

Mirco Giorgi